8 maggio 2015

Elezioni comunali: iniziare processi non possedere spazi

La prima pagina del Corriere di questa settimana
Ti propongo l'editoriale che ho pubblicato sul Corriere della Valle di questa settimana.

«Per animare cristianamente l'ordine temporale, nel senso detto di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla «politica», ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune. (...) tutti e ciascuno hanno diritto e dovere di partecipare alla politica, sia pure con diversità e complementarietà di forme, livelli, compiti e responsabilità. Le accuse di arrivismo, di idolatria del potere, di egoismo e di corruzione che non infrequentemente vengono rivolte agli uomini del governo, del parlamento, della classe dominante, del partito politico; come pure l'opinione non poco diffusa che la politica sia un luogo di necessario pericolo morale, non giustificano minimamente né lo scetticismo né l'assenteismo dei cristiani per la cosa pubblica». Ho scelto questo passaggio dell'Esortazione apostolica Christifideles Laici (1988), per ricordare l'importanza dell'appuntamento di Domenica 10 maggio in cui ad Aosta e in altri 67 comuni della nostra regione si deciderà chi avrà la responsabilità della vita amministrativa.

Per quanto riguarda il capoluogo della Regione, per aiutare i nostri lettori ad esprimere il loro voto nel migliore dei modi la scorsa settimana abbiamo sottoposto ai candidati di Aosta sei domande uguali per tutti. Un modo per cercare di rendere confrontabili le proposte e permettere di scegliere a partire dall'Aosta che vorremmo vedere realizzata nei prossimi anni. Oltre alle singole scelte politiche, sempre fondamentali, è determinante lo stile di leadership che ci si propone di attuare.

Uno dei passaggi dell'Evangelii gaudium che mi ha sempre colpito è il paragrafo «Il bene comune e la pace sociale» (di cui consiglio la lettura a tutti i candidati) in particolare dove spiega il principio “Il tempo è superiore allo spazio”. «Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica – scrive Papa Francesco - consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci».

Aosta e gli altri comuni della Valle non sono luoghi da occupare ma comunità da vivificare e rendere protagoniste della loro storia. Questo credo sia giusto aspettarsi da chi guiderà Aosta e gli altri comuni nei prossimi cinque anni.

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