14 novembre 2007

Quale futuro per la QBuilding?

Le ultime notizie sulla Quality Building sono estremamente negative. Per la fine del mese fonti sindacali disegnano scenari foschi. Tuttavia per onestà intellettuale non vogliamo sottrarci dal proporre anche in rete l'articolo che il Corriere ospitò nelle sue pagine il 10 maggio 2007 con la speranza che tra gli scenari foschi e gli eccessi giornalistici ci sia una terza via in grado di presevervare i difficili equilibri occupazionali della Bassa Valle d'Aosta.
Evidentemente con i nuovi insediamenti in Valle d'Aosta ci vuole sempre molta cautela nell'approccio da parte del mondo dell'informazione.
Innovare nel settore edile dando vita ad un sistema costruttivo basato su componenti in Eps (polistirene espanso sinterizzato, sostanzialmente simile a quello che chiamiamo comunemente polistirolo), leggeri e dalle elevate prestazioni isolanti, economicamente competitivi ed in linea con i più recenti disposti normativi sul risparmio energetico. Una mission innovativa che ha preso il via nel marzo 2004 e che, però, soltanto a partire dal giugno 2006 con l’inaugurazione di un nuovo stabilimento a Hône, è riuscita definitivamente a decollare avendo finalmente trovato gli spazi adeguati.
Una scommessa portata avanti con capitali milanesi e valdostani (provenienti dal mondo delle costruzioni e delle telecomunicazioni) e con un management che nella nostra regione vede operare il direttore industriale Giacomo Lettieri, e il direttore “Amministrazione, Finanza e Controllo” Rossella Bertone (32 i dipendenti).
L’azienda produce nello stabilimento valdostano componenti a misura per la realizzazione di solai e pareti perimetrali di tamponamento ad elevato potere isolante, termico ed acustico, secondo un sistema costruttivo articolato e completo che assicura al committente una risposta
personalizzata.
La realizzazione dei materiali avviene a partire dal progetto strutturale ed architettonico del cliente. «Il nostro ufficio tecnico milanese – spiega Lettieri – elabora in modo automatico e integrato due tipologie di documenti: da un lato le distinte di produzione, veri e propri file di input alfanumerici da inserire nel server della produzione che consentono la realizzazione a misura dei solai e dall’altro i disegni di pannellizzazione, abachi che descrivono graficamente ciascun componente e le modalità del montaggio. L’ufficio tecnico trasferisce in forma digitale le distinte allo stabilimento che attiva la produzione su misura. Ogni componente viene identificato in modo univoco con un codice che trova corrispondenza nei disegni di pannellizzazione». In questa maniera anche l’attività in cantiere risulta semplificata: i materiali
utilizzati sono estremamente più leggeri rispetto a quelli tradizionali. Inoltre si riducono gli scarti
e i cantieri risultano più puliti. La sfida è importante anche perché non molti sanno che il comparto dell’edilizia è unanimemente riconosciuto come uno dei settori più energivori e inquinanti.
Il 40% dell’energia del Paese è speso per costruire, riscaldare e illuminare gli edifici. Il clima risente perciò in modo sensibile dell’emissione di CO2 e molti processi connessi alla filiera del costruire e alla gestione degli edifici sono responsabili di tali emissioni. Spostando invece l’attenzione sul nostro «viaggio tra chi fa industria in Valle d’Aosta» è chiaro che ci troviamo di
fronte ad una situazione differente rispetto alle settimane precedenti.
La scelta di insediarsi in Valle d’Aosta è già un’implicita dichiarazione di apprezzamento rispetto alla possibilità di svolgere un’attività imprenditoriale nella piccola regione autonoma, di conseguenza appare più utile soffermarci sull’attività aziendale. «Lo stabilimento che ci è stato proposto si adattava alle nostre esigenze – osserva Rossella Bertone – inoltre c’era anche la possibilità di accedere a dei finanziamenti regionali. Abbiamo valutato anche altre soluzioni e, comunque, questa ci è sembrata la migliore».
E i primi mesi del 2007 stanno dando ragione alla scommessa valdostana visto che l’andamento dei fatturati è leggermente superiore al budget. E gli ordini sono destinati ad aumentare nel corso dell’anno anche perché l’azienda si sta ritagliando un ruolo importante tra le imprese edili che intendono favorire il risparmio energetico.
In questa logica, ad esempio, si colloca la partecipazione al progetto «CO2- Casa 2 litri» di Ozzano dell’Emilia. Qbuilding insieme ad un pool di primarie aziende a livello nazionale ed internazionale (BASF, CarraroGips, Ecoflam, Apemilano, Aldes, Finstral, Fischer, Lape, System
Service, Sto, Suncover, Veka, Viabizzuno) contribuirà a costruire nel corso nel 2007 alcuni edifici in grado di utilizzare per il fabbisogno annuale, cioè per riscaldare, condizionare e illuminare ogni metro quadrato di superficie abitabile, una quantità di energia 10 volte inferiore alla media nazionale grazie all’utilizzo di componenti e materiali innovativi e di efficienti sistemi di isolamento termico ed acustico.
«CO2-Casa 2 litri – conclude Lettieri - è un’esperienza replicabile che sta già riscuotendo un notevole successo come testimoniato dalle numerose richieste pervenute a tutti i soggetti coinvolti da parte di enti pubblici e privati interessati a questo modo intelligente di progettare e costruire nel rispetto dell’ambiente e, anche, a costi sostenibili». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 10 maggio)

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