31 maggio 2008

Spunti di riflessione - 26: Elezioni regionali in Valle d'Aosta: Capacità di ascolto e idee di futuro

Propongo il consueto editoriale pubblicato questa settimana sul Corriere della Valle d'Aosta.


I più stupiti del successo elettorale sembravano proprio gli unionisti. E in parte è comprensibile. Da un lato c’era il timore che l’onda lunga del Pdl sommergesse anche la Valle. Dall’altra non riuscivano a capire quanto fosse il peso della dissidenza unionista e fin dove potesse arrivare l’Alleanza progressista autonomista.
Il risultato finale sarà il Consiglio più regionalista nella storia di questa regione. Ben 22 consiglieri contando i 17 dell’Uv e i 5 di Vda Vive e Renouveau.
Oltre naturalmente agli autonomisti di scuola Dc, cioè la Stella Alpina, e alla Fédération autonomiste che porta in Consiglio regionale Claudio Lavoyer (un tempo Adp) e Leonardo La Torre (in passato sindaco socialista di Aosta). Per le forze nazionali lo spazio è esiguo: quattro seggi al Pdl e tre al Pd. L’Arcobaleno è ko. Il Centro autonomista insomma ha ricevuto un mandato ampio con il 61,94% dei consensi e con l’indicazione cristallina (le oltre 13.000 preferenze a Augusto Rollandin) di chi dovrà presiedere il futuro Governo regionale. Quasi che l’elettore volesse invitare il mouvement ad evitare le lacerazioni e le tensioni che portarono alla nascita della Giunta guidata da Carlo Perrin con tutto quello che ne seguì.
Ora però è giunto il momento di mettersi al lavoro. La scorsa settimana, in uno scritto che ho scoperto apprezzato, ho sviluppato alcune riflessioni sull’attività del futuro Consiglio regionale, in particolare della Giunta. Oggi voglio principalmente limitarmi a fare ai 35 consiglieri i miei migliori auguri di buon lavoro.
Un’unica annotazione. Rollandin nelle varie interviste rilasciate ha sottolineato l’importanza del
saper ascoltare e del dare risposte alla gente nel più breve tempo possibile. Una capacità di decidere che parte, però, da una conoscenza approfondita del problema attraverso i suoi protagonisti. Mi sembra un modus operandi apprezzabile. Credo, però, che accanto alla risoluzione dei tanti problemi contingenti occorra anche individuare una vocazione, un’idea di futuro per questa regione. (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 29 maggio 2008)

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