10 giugno 2008

Valle d'Aosta: Giornata economia 2008 (seconda puntata)

Seconda puntata della presentazione della relazione dell'economista Massimo Lévêque, presentata alla Giornata dell'Economia promossa dalla Chambre.

L’import e l’export
Dopo la crescita di quasi il 20% fatta registrare nel 2006, le esportazioni valdostane continuano la loro corsa nel 2007 incrementandosi di un ulteriore 48% raggiungendo l’ammontare di quasi 870 milioni di euro. Le importazioni, pur crescendo a ritmo sostenuto (+35%), si incrementano meno dell’export e si assestano a 542 milioni di euro: il saldo commerciale sull’estero nel 2007 è ancora ampiamente positivo e pari a 328 milioni di euro contro i 188 del 2006 (+74% ). Conseguentemente il grado di apertura dell’economia valdostana (import+export su PIL) si amplia ulteriormente passando dal 24% circa del 2005 al 35% circa del 2007. Il positivo trend delle esportazioni valdostane costituisce un dato ormai costante dal 2003, anno in cui l’ammontare totale di beni venduti all’estero rappresentava solo il 40% di quello registrato nel 2007

Le imprese e gli addetti
Dopo la flessione del 2006, nel 2007 il numero di imprese registrate torna a crescere seppur di poco per l’effetto dell’aumento delle iscrizioni (+0,6%) ed il calo delle cessazioni (-0,8%). Il tasso di natalità torna dunque ad incrementarsi (6,7% contro il precedente 6,3%) mentre contestualmente scende al 6,4% il tasso di mortalità (6,9% nel 2006). Sulle 14.758 imprese registrate, risultano attive 12.795 (l’86,7% ), anch’esse in crescita rispetto al dato del 2006 (+67 in valore assoluto, pari allo 0,5% in più). La dinamica delle imprese valdostane risulta lievemente inferiore a quella media nazionale (+0,8%) e del Nord-Ovest (+1,0%) anche se è superiore a quella del Trentino-Alto Adige, dove il numero di imprese rispetto all’anno 2006 risulta pressoché stabile (+0,1%) . Al di là delle oscillazioni annue, il trend di lungo periodo evidenzia una sostanziale stabilità del numero di imprese in Valle (14.758 nel 21007 contro le 14.586 del 1998, l’1,2% in più). In Piemonte, nello stesso periodo, il numero di imprese è cresciuto del 7,6%, a Trento dell’8,7%, a Bolzano del 4,8%. L’andamento in Valle d’Aosta non è stato peraltro omogeneo nei diversi settori: continua il calo del numero di imprese agricole (-2,3% tra il 2006 e il 2007 e -30,2% rispetto al 1998) e delle imprese industriali (-5% dal 1998) mentre cresce il numero di imprese del comparto edile (+32% rispetto al 1998) e dei servizi (+6,6%), anche se nell’ultimo triennio anch’esse mostrano nel complesso una sostanziale stabilità.
Continua la crescita delle imprese aventi come forma giuridica la società di capitale: nel 2007 esse sono 1.943, il 2,9% in più dell’anno precedente e quasi il 45% in più rispetto al 1998.Le società di persone sono stabili nell’ultimo biennio mentre continua, seppur di poco, la riduzione delle ditte individuali.Le imprese aventi forma societaria sono nel 2007 il 42% del totale (complessivamente esse sono 6.191) contro il 36% del 1998. A livello nazionale, lo stesso dato è pari al 40%, anche se le società di capitale sono oltre il 20% del totale mentre in Valle d’Aosta esse superano di poco il 13% . Le ditte individuali rappresentano comunque ancora più della metà del totale delle imprese valdostane (il 55%) mentre continua la crescita delle imprese con altre forme giuridiche (cooperative) legata allo sviluppo del no-profit e della cooperazione sociale.
Quasi la metà (48%) delle nuove iscrizioni del 2005, è rappresentato da nuove imprese, in linea con il trend degli ultimi anni. In aumento invece il numero di nuovi imprenditori (115 ogni 100 nuove imprese) e tra di essi la quota di donne (164 pari al 30,6%). Per fasce di età, resta consistente (oltre ¾) la quota di nuovi imprenditori di età compresa tra 25 e 49 anni mentre si riduce la percentuale di “giovani” (10 su cento contro 19 su cento nel 2002) ed aumenta la quota degli “over 50” (13 su cento). Settorialmente, la quota di nuove imprese risulta superiore alla media in agricoltura (57%), nella filiera del legno (55%) e nelle costruzioni (52%). Inferiore alla media invece la quota di nuove imprese nei settori del commercio (45%) e degli alberghi e ristoranti (37%).
612 sono gli imprenditori extra-comunitari attivi in Valle d’Aosta, (il 4,1% del totale imprese) apparentemente in calo rispetto all’anno 2006. In realtà, dal 2007 non sono più inclusi gli imprenditori di origine rumena (36 nel 2006, di cui 2/3 nel settore edile). Il confronto, al netto dei cittadini rumeni, indica una crescita tra 2006 e 2007 comunque del 3,2% .
Costruzioni e commercio, pressoché in egual misura, assorbono ciascuno circa un quarto delle imprese extra-comunitarie; segue la ristorazione con 81 imprese (il 13%). Un imprenditore su tre è di provenienza nordafricana ed il 20% è di origine latino-americana.
A livello nazionale, la quota di imprenditori extra-comunitari è superiore al dato valdostano. Anche in Piemonte e in Trentino tale incidenza è pari al 6% mentre per la Provincia di Bolzano il valore è di poco inferiore a quello della Valle d’Aosta(3,8%).
Il mercato del lavoro in Valle d’Aosta continua ad evolvere positivamente evidenziando tassi di occupazione tra i più alti del Paese, sia a livello globale sia con specifico riferimento all’occupazione femminile. Le donne rappresentano in Valle il 43% degli occupati (contro il 39 nazionale, il 42 del Nord-Ovest e il 41% del Nord-Est) con un tasso di occupazione sulla popolazione in età lavorativa (15-64 anni) del 58,5 %.
Specularmente, anche i livelli di disoccupazione sono in Valle d’Aosta tra i più bassi d’Italia e, tra i disoccupati, la quota di disoccupazione di lunga durata si colloca al di sotto dell’1%. La distribuzione settoriale degli occupati in Valle d’Aosta mostra elementi peculiari riassumibili in: a) una maggior terziarizzazione, sia nei confronti della media nazionale, sia delle macro aree settentrionali;
b) all’interno del comparto industriale, già relativamente sottorappresentato, la marcata presenza di occupazione nel settore edile;
c) una più forte percentuale di occupati in agricoltura, che non trova corrispondente riscontro nella ripartizione settoriale del valore aggiunto regionale.

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