22 luglio 2008

Turismo: la Valle d'Aosta ha bisogno di una regia unica

Il progetto è chiaro la Valle d’Aosta nel campo del turismo ha bisogno di una regia unica che riesca a canalizzare nel migliore dei modi le risorse che la Regione mette a disposizione del settore. Soltanto le Aiat, nell’ultimo anno, hanno avuto a disposizione 3,7 milioni per le loro attività. Del resto l’obiettivo di procedere ad una riforma complessiva dell’attuale modello di organizzazione turistica regionale, con l’istituzione di un unico Ente regionale preposto all’informazione e accoglienza turistica, in sostituzione delle attuali undici Aiat, è scritto nero su bianco nel programma della nuova maggioranza guidata da Augusto Rollandin. Una scelta già maturata al termine della scorsa legislatura con il precedente assessore al Turismo, Ennio Pastoret (Uv), tanto da produrre una prima bozza con alcune linee di indirizzo presentate a Aiat e Consorzi, e su cui si è già messo al lavoro il neo-eletto assessore Aurelio Marguerettaz (Uv). Per l’assessore non si tratta di cancellare il passato, ma occorre una razionalizzazione delle risorse e delle scelte strategiche. «Serve un'unica azienda di promozione turistica che sappia far tesoro delle professionalità, delle conoscenze e delle esperienze maturate da quelle oggi in attivita». Si tratta di un patrimonio di saperi, quello delle Aiat, che Marguerettaz intende «valorizzare facendo sistema e metterlo in rete per poter così organizzare con razionalità tutte le iniziative nel rispetto degli indirizzi indicati dalla legge». Assolutamente favorevole all’Aiat unica la Presidente degli albergatori valdostani Silvana Perucca di Saint-Vincent. «Gli uffici territoriali – osserva - potranno così concentrarsi sull’attività di informazione che inevitabilmente migliorerà in qualità. Bisogna però fare in fretta. Non possiamo più permetterci di perdere altre stagioni. Se sull’inverno la situazione è meno critica in quanto l’immagine regionale appare maggiormente consolidata, in estate la Valle è in grave ritardo e spesso i guadagni di una stagione sono azzerati in quella successiva». «Serve un unico organismo di riferimento – conclude Perucca - per concentrare le risorse finanziarie e, soprattutto, evitare i doppioni. Non è possibile che ogni Aiat abbia un sito diverso dall’altra. Inoltre è necessario un progetto di marketing e promozione che possa penetrare i mercati. Come Adava auspichiamo di essere coinvolti in questo processo di riforma». D’accordo con il nuovo modello organizzativo anche Cristina Galassi, presidente dell’Aiat di Aosta. «E’ una garanzia di maggior efficienza sia dal punto di vista amministrativo che burocratico. Inoltre se si fa promozione nel piccolo i risultati sono inevitabilmente mediocri, invece noi abbiamo bisogno di un ente in grado di individuare indirizzi comuni, predisporre una programmazione regionale, fare ricerca, monitorare i risultati e dare vita ad un osservatorio che ci aiuti ad elaborare una pianificazione delle strategie. E’ chiaro che il cammino non sarà semplice». Franco Maquignaz, alla guida dell’Aiat Monte Cervino concorda sulla scelta dell’Aiat unica, ma a fianco del Cda dell’ente che sostituirà gli attuali undici ritiene auspicabile la presenza di un consiglio che garantisca la rappresentanza di tutte le realtà. «Il pericolo – osserva Maquignaz – è che un’eccessiva centralizzazione – rischi di far smarrire il buon lavoro svolto sino ad ora dalle Aiat sul territorio. Penso a qualcosa di simile al rapporto che ci può essere tra la Giunta regionale e il Consiglio». Sulla stessa lunghezza d’onda Cesare Charruaz, dell’Aiat Cogne Gran Paradiso «non va sminuito quanto è stato fatto fino ad ora. E ci sono Aiat che hanno lavorato moltissimo». Senza il minimo dubbio Leo Garin, presidente della Monte Bianco che, da tempi non sospetti, su queste stesse colonne ha espresso il suo placet all’Aiat regionale «in modo da impostare un’azione promozionale perfettamente coordinata sotto un unico cappello a livello regionale che però per avere effetto deve basarsi sulla creazione di eventi di forte appeal». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 luglio 2008)

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