24 ottobre 2008

Alberto Cerise (Presidente del Consiglio): «registro nell'assemblea un clima costruttivo» (1)

Questa settimana tocca al Presidente del Consiglio regionale Alberto Cerise descrivere questi primi mesi di attività, particolarmente agitati, del Consiglio regionale. Il nuovo Presidente, messa alle spalle l’esperienza in Giunta, più di tipo esecutivo, ci racconta come sta interpretando questo nuovo ruolo. L'intervista che propongo on line in due puntate, oggi e domani, è la stessa che molti di voi avranno già letto sul Corriere della Valle d'Aosta del 9 0ttobre. Chi se la fosse persa (male, molto male...) può rimediare sul blog.

«Lavorerò seriamente in modo che ciascun Consigliere possa svolgere il suo mandato all’interno di un Consiglio rispettoso dei ruoli delle differenti componenti istituzionali e, per questo, non essere condizionato né subalterno». Con la questione Lanièce l’avvio dell’attività consiliare non è stata delle migliori… Lei si è trovato di fronte a scenari inusuali… Una questione spinosa…
Lo era molto di più a livello di giunta che non di consiglio. Ad un certo punto sostanzialmente mi sono trovato di fronte a delle semplici equazioni da applicare. C’era una sentenza dalla quale derivavano precise conseguenze. Due decadono e due entrano. La vera complicazione consisteva nel fatto che uno dei due consiglieri ricopriva il ruolo di assessore. Per di più il vero imputato in
tutto questo, alla fine, è stata la legge e il suo modo di essere applicata. In questo senso c’è stata sicuramente una disattenzione da parte dell’Union Valdôtaine. Però anche qualora fosse stata
fatta una verifica prima di presentare le liste sono convinto che Lanièce non sarebbe comunque emerso.

E le schede annullate…?
Io, in quel caso, data la delicatezza della questione ho deciso di attenermi rigorosamente al regolamento. Tutto questo, tuttavia, mi fa dire che alla fine in tutte le forze politiche è prevalsa una scelta di moderazione.

Hanno stigmatizzato la scelta politica…
Sì, ma facendo correttamente le loro considerazioni che possono non essere accolte dalla maggioranza, ma di cui non si possono contestare i toni e i contenuti. Se dovessi fare una scelta di qualità, ad esempio, devo dire che il ragionamento espresso da Gianni Rigo del Partito democratico era estremamente apprezzabile. Lui giustamente invitava la maggioranza a fare la scelta dell’assessore tecnico fino alla fine della legislatura, prescindendo dalle sentenze.
Effettivamente era un ragionamento di buon senso. Questa nomina in attesa della sentenza è infatti un’incongruenza. Non si può dire che non siano argomentazioni serie. Devo però aggiungere che di fronte ad una vicenda così complessa, per le sue implicazioni politiche, per il modo di interpretare questa fase della legislatura, il Consiglio si è comportato molto bene. Il tono del dibattito è stato apprezzabile. Paradossalmente l’intervento più aspro è stato quello di un consigliere di maggioranza: Gabriele Maquignaz. E’ chiaro però che le decisioni prese lasciano ancora dei punti interrogativi.

Passare da un ruolo operativo, come quello dell’assessore, ad uno di rappresentanza come l’attuale che cosa comporta?
In questo mi sono stati utili due momenti diversi della mia esperienza passata. Il primo è quello di essere stato per tanto tempo dirigente regionale, ruolo che mi ha portato spesso ad avere una certa posizione di equidistanza dalle forze politiche. Il secondo è l’esperienza del consigliere. Questo ti permette di meglio capire lo stato d’animo, le attese e le delusioni che può avere chi fa parte di questa assemblea. La vera grande difficoltà è che dopo aver vissuto per sei anni con forti sollecitazioni di tipo esecutivo – confronto continuo con sindaci, bisogni del cittadino da risolvere, esigenze del territorio – oggi ti devi confrontare con sollecitazioni meno personali,
che arrivano dai sistemi, che sono meno impellenti, ma necessitano di uno sguardo in prospettiva. Io lavoro ogni giorno per qualcosa che si svilupperà per il futuro. Ad esempio gli organismi che si rapportano con il Consiglio regionale: dalla Consulta regionale femminile al Corecom, al difensore civico, all’organizzazione dei lavori del Consiglio. E’ necessaria molta attenzione affinché queste attività siano armoniche fra di loro.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

un mio commento che credo non verrà pubblicato (come altro commento precedente). Alberto (si fa però chiamare Albert) Cerise è stato eletto Presidente del Consiglio perché:
1) non si voleva dare tale incarico (né incarichi di Giunta) a Luciano Caveri.
2) si sarebbe voluto riservare a Cerise lo stesso trattamento riservato a Caveri, ma non si è potuto, per motivi politici (chiamiamoli così).
Ogni volta che vedo intervenire Cerise in veste istituzionale (es. convegno sulla legalità od anche questa intervista) mi vengono i brividi.
La politica valdostana, probabilmente per il lungo contatto con la politica italiana, è ormai "infetta". Sarebbe necessaria una campagna di "risanamento", condotta un po' meglio di quella effettuata per i bovini (campagna di risanamento all'italiana).

ImpresaVda on 24 ottobre 2008 alle ore 16:17 ha detto...

@Courthoud
L'altro commento non era stato pubblicato perchè, se ben ricordo, era più che altro una spiritosaggine, e so che simili battute ne tirano altre a catena e, confesso, non avevo molta voglia di perdere tempo. Questa esprime un suo giudizio negativo sull'operato amministrativo di Cerise. Magari un po' brutale nella forma, ma è una sua ben chiara opinione. Ci può stare. I primi due punti invece sono analisi non confermate ufficialmente (ci mancherebbe...) ma attendibili.

Anonimo ha detto...

per Favre
come sei sempre serio! Infatti, l'altra volta volevo solo cercar di sorridere sulle nostre magagne, ma so anche che noi valdostani non gradiamo molto (anzi per niente) l'ironia, non sappiamo sorridere di noi stessi, e questo è un nostro grave difetto.

ImpresaVda on 24 ottobre 2008 alle ore 22:40 ha detto...

@Courthoud
Mi sai che hai ragione...

 

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