21 novembre 2008

Mele valdostane: la «Cofruits» incorpora «Pain de Coucou» e migliora i suoi conti

All’inizio del secolo le mele valdostane arrivavano fino in Germania «in quanto i frutteti erano apprezzati per il loro sapore e per la serbevolezza (resistenza ndr) dimostrata nei lunghi viaggi». Oggi in tempi di chilometro zero la Cofruits di Saint-Pierre, cooperativa che raccoglie circa il 60% della produzione regionale, cerca di veicolare la mela valdostana nelle mense scolastiche regionali, in quella dell’ospedale e in quelle aziendali, ad esempio la Cogne Acciai Speciali. Fra gli istituti scolastici ha risposto, per ora, positivamente soltanto Pont-Saint-Martin. «Il cammino non è semplice. – spiega il Presidente della Cooperativa Attilio Fassinl’ostacolo più grosso è rappresentato dai gestori delle mense. Appurato che la volontà politica è da tempo manifesta occorrerebbe che si specificasse quando si predispone una gara di appalto il vincolo dell’utilizzo di prodotti locali, come, ad esempio, ha fatto l’Usl».
Oggi il settore coinvolge circa 300 produttori che, quest’anno, dai 400 ettari dedicati alla produzione della frutta hanno ricavato 25-30mila quintali di mele (Gala, Renetta, Golden, Jonagold e Fuji le varietà presenti) e 600-700 di pere. Quantitativi stabili a fronte di una qualità crescente. «Abbiamo una golden eccezionale - ha commentato Domenico Gyppaz, tecnico della Direzione servizi fitosanitari dell'assessorato regionale all'Agricoltura - la migliore da anni». Ad aver salvato la produzione 2008 è stato l'autunno anticipato. «La forte escursione termica registrata all'inizio di settembre - spiega Gyppaz - ha fatto bene ai frutti, portandoli al giusto livello di colorazione e sapore». Una buona conclusione per una stagione partita male, con tante piogge nel pieno della fioritura e una allegagione fortemente compromessa. L’ultima annata porta anche in dote buoni risultati di bilancio per la Cofruits che ha chiuso l’ultimo esercizio (da luglio a giugno) con 3 milioni di fatturato e 130mila euro di utile. Un’operazione nata dall’incorporazione del «Pain de Coucou», esercizio commerciale inizialmente costituito in società con la Cave cooperative des Onze Communes, oggi assorbito all’interno dell’attività della Cooperativa. «Questo – spiega il direttore Piero Ducci ha permesso alcune economie di scala, soprattutto a livello di personale, e ha fatto crescere il nostro fatturato che prima si aggirava intorno al milione di euro. Grazie ai risparmi che sono stati possibili abbiamo potuto remunerare meglio i produttori della frutticoltura». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 12 novembre)

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