27 dicembre 2008

Da Saint-Marcel il primo mangime made in Vallée

Due milioni di investimenti nel biennio 2007-08 tra capannone e impianti di produzione e un’ipotesi di fatturato di 700mila euro con una previsione di crescita del 20% per il 2009. Sono i numeri della La VI.M. srl di Saint-Marcel, il primo mangimificioregionale, nato dalla
fusione delle due ditte che commercializzavano alimenti a uso zootecnico di Rinaldo ed Elena Vittaz. «Prima lavoravamo per conto terzi – spiega Elena Vittaz –, poi abbiamo deciso di lanciare il nostro marchio. Attualmente produciamo circa 2 mila quintali almese.Il 95% è per il comparto bovino e il restante per ovi-caprino, ovaiole e cavalli. Puntiamo ad aumentare la produzione complessiva del 20% l’anno prossimo e di un altro 10% nel 2010, sempre mantenendo queste proporzioni percentuali nella produzione». I nuovi impianti comprendono vari silos per lo stoccaggio delle materie prime, mulini per macinare in farina o macchinari per realizzare i "pellet", da mettere poi nelle mangiatoie. La Vim attualmente occupa sette persone e ha un portafoglio clienti con circa un centinaio di referenze anche in virtù della volontà manifestata dai responsabili dell’azienda di seguire da vicino le esigenze degli agricoltori. «Oltre alla vendita del prodotto–precisa Vittaz – proponiamo un supporto tecnico fornito da un’assistenza direttamente presso le aziende tramite la verifica degli alimenti, l’analisi dei foraggi, il controllo delle produzioni, sia latte che carne, la conformità della tracciabilità e di quant’altro necessiti un’azienda agricola. Riteniamo che questo servizio sia molto importante per il settore».
L’obiettivo dei Vittaz è quello di favorire la nascita di una filiera corta in cui tutti gli attori appartengono allo stesso territorio in modo da «ottimizzare direttamente i costi di produzione e consegna e indirettamente la marginalità delle aziende agricole per migliorare latracciabilità e la qualità dei prodotti». Attualmente la Vim è interessata al mercato regionale, ma non esclude in futuro di allargare i propri orizzonti. «Siccome gran parte dei nostri clienti – osserva ancora Vittaz – devono attenersi al disciplinare per la produzione della fontina, i nostri mangimi sono rigorosamente no ogm. Abbiamo perciò deciso di trasformare questo vincolo in un vero e proprio atout commerciale, con il quale ci proporremo con i nostri prodotti in catalogo anche al di fuori dei confini regionali». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 26 novembre 2008)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutte le consulenze le paga l'Arev o la vostra azienda?

ImpresaVda on 22 aprile 2009 alle ore 17:13 ha detto...

Credo che questa domanda - che peraltro non mi è del tutto chiara (di quali consulenze si tratta?) debba essere rivolta all'azienda.

 

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