30 aprile 2008

Valle d'Aosta: la nicchia delle erbe officinali

Un atout in più per il mondo agricolo. Profondamente convinti che prima di produrre sia fondamentale creare dei canali di vendita Maurilio Gobetto, Massimo Baldo di Saint-Vincent e i fratelli Favre di Champorcher, il primo agronomo e i secondi due produttori con oltre un ettaro a testa, hanno costituito questa primavera la B.G.F. srl con lo scopo di ultimare la filiera della produzione di erbe officinali in Valle d’Aosta. La società si occuperà di trasformare e commercializzare alcuni dei principali prodotti che si possono ottenere dalle piante officinali ed aromatiche. La società lega il suo operato all’associazione «Les fleurs du paradis», di cui i tre fondatori sono soci. L’associazione, nata nell’anno 2006, per volontà di un gruppo di persone interessate a promuovere e valorizzare le piante officinali sul territorio della Valle d’Aosta si prefigge lo scopo di valorizzare il paesaggio rurale Valdostano contribuendo, con proprie iniziative, alla programmazione e allo sviluppo delle attività atte a favorire il recupero dei terreni incolti e marginali perseguendo e diffondendo lo sviluppo delle buone pratiche di coltivazione e trasformazione dei prodotti derivanti dalle piante officinali. Inoltre l’associazione vuole favorire l’informazione sulle erbe officinali e sul loro utilizzo, recuperando in particolare il valore delle specie autoctone; attuando programmi di aggiornamento e perfezionamento tecnico degli operatori del settore. Gli obiettivi precedentemente illustrati hanno lo scopo di trovare per la Regione Valle d’Aosta un nuovo indirizzo produttivo utile ad incrementare il reddito nel settore agricolo, ampliando l’offerta formativa per i futuri giovani agricoltori che si troveranno di fronte un mercato sempre più competitivo. Nel 2007 il numero dei soci ammontava a 65 persone, dei quali 28 coltivatori anche se non tutti a tempo pieno. Le specie coltivate sono, per lo più appartenenti alla famiglia delle labiate. «Nel corso del 2008 – spiega Gobetto - è previsto il lancio di prodotti cosmetici, in particolare creme, erboristici, ad esempi le tisane, ed alimentari, commercializzati da subito sul territorio della Valle d’Aosta attraverso i punti vendita dei prodotti tipici Valdostani e sul sito Web in fase di allestimento. Vogliamo creare un marchio con un forte richiamo con il territorio anche perché il forte legame con la montagna ci garantisce prodotti con un lato tasso di oli essenziali che non possono essere ricavati da altre produzioni di tipo estensivo, realizzate dalle grandi multinazionali in nazioni come l’India o, più vicino a noi, nell’est europeo». Il settore è sottoposto a numerosi controlli. «A livello europeo, siccome tocchiamo settori come quello alimentare o sanitario – osserva Gobetto – ci sono 10-15 regolamenti europei. Paradossalmente invece a livello italiano sulla materia sono ancora in vigore dei regi decreti. Questo fa sì che talvolta le Usl non sappiano bene come affrontare la materia. Comunque siamo sottoposti a controlli intensi ch garantiscono un’elevata qualità dei nostri prodotti». Il prossimo passo per la produzione regionale, caratterizzata da un’alta tracciabilità, viste le ridotte dimensioni, sarà l’ottenimento della certificazione di agricoltura biologica. «Di fatto è già così – conclude Gobetto – occorre però qualcuno che lo certifichi ufficialmente. E’ un passo fondamentale per ottenere un adeguato posizionamento sul mercato regionale». (Pubblicato sul Corriere della Valle d'Aosta del 24 aprile 2008)

29 aprile 2008

Il Corriere della Valle a «Tornando a casa»

Mi faccio un po' di pubblicità o meglio faccio un po' di pubblicità al Corriere della Valle. Domani sera, intorno alle 18,45 (perchè si sa la diretta è la diretta), sarò ospite, attraverso un colegamento telefonico, del programma radiofonico «Tornando a Casa» in onda dal lunedì al venerdì dalle 17,30 alle 19,00 in diretta su Radio1Rai condotto da Enrica Bonaccorti. Come direttore de «Il Corriere della Valle D'Aosta» verrò intervistato all'interno della rubrica «L'almanacco del giorno dopo» durante la quale la conduttrice si collega con un responsabile di una redazione locale per anticipare agli ascoltatori le notizie del giorno dopo.

Ad Aosta si studia il cityporto

Progetto operativo per il Cityporto entro la fine dell’estate. Il Presidente della Chambre Pierantonio Genestrone, il vicesindaco Marino Guglielminotti Gaiet e il vicepresidente della società Interporto di Padova Walter Stefan, incaricata di predisporre uno studio di fattibilità per la distribuzione delle merci nel centro storico, hanno incassato nei primi giorni di aprile l’ok degli autotrasportatori valdostani. Le società Argol-Mussino e Fratelli Magro hanno infatti partecipato ad una prima riunione informativa «che ha visto gli operatori locali – hanno commentato Genestrone e Gaiet - accogliere positivamente la nostra proposta di collaborare alla riorganizzazione della distribuzione delle merci nel centro storico, sul modello del cityporto operativo a Padova (vedi foto ndr)». «Gli autotrasportatori valdostani – hanno aggiunto il presidente della Chambre e il vice sindaco – hanno condiviso i principi che stanno alla base di questa idea e che consentiranno, una volta che sarà resa operativa, di garantire una maggiore razionalità nella distribuzione delle merci, oltre che una riduzione dell’impatto ambientale grazie all’impiego di un minor numero di mezzi». «Dotarsi di un simile sistema di trasporto merci – osserva Stefan - significa, allo stesso tempo, tutelare la salute dei cittadini, rispondere con efficienza alle esigenze degli operatori e snellire il traffico urbano in maniera significativa. A Padova questo esperimento di logistica urbana dura da quasi 4 anni ormai e ha registrato una crescita record: da 191.000 pacchi trasportati in partenza ai 375.000 del 2007. Oggi ci attestiamo sui 50.000 colli al mese. Ad aprile, come da business plan, festeggeremo il break-even, ossia il pareggio di bilancio. Come dire che Cityporto fa bene alla città e si ripaga da solo».
In sostanza, una volta completata, tale proposta dovrà rendere effettivo un modello di consegna merci in ambito urbano, mediante l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale, con la creazione di una piattaforma logistica all’ingresso della città e il coinvolgimento degli operatori del trasporto, diminuendo così il traffico dei veicoli adibiti alla distribuzione delle merci. «Sarà ora compito della società Cityporto – ha concluso Genestrone – quello di approfondire con gli operatori locali la questione, innanzitutto con riferimento all’esistenza di una dimensione di traffico che consenta una gestione economicamente sostenibile del servizio. L’obiettivo è di giungere entro la fine dell’estate ala stesura di un progetto operativo, partendo ovviamente dall’esempio padovano che costituisce l’unico modello italiano di trasporto ecologico delle merci nei centri urbani in grado di raggiungere in soli quattro anni l’autonomia economica». Una prima richiesta che arriva dal mondo dell’autotrasporto valdostano è quella di puntare ad un coinvolgimento immediato dei corrieri nazionali (ad esempio Bartolini, Dhl e Tnt Traco), assenti all’incontro. Soltanto se tutti gli operatori convergeranno sull’unica piattaforma logistica alle porte della città sarà realmente raggiungibile l’autonomia economica tanto auspicata.

28 aprile 2008

Incontro Vallenergie-Associazioni consumatori: ripristinata l'emissione delle bollette

Schiarite sulla vicenda Vallenergie. L'incontro con le associazioni consumatori di cui riportiamo l'esito, sintetizzato in una nota congiunta, sembra poter tranquillizzare l'utenza. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni.

In occasione dell’incontro tra Vallenergie e le Associazioni dei consumatori ADICONSUM, ADOC, AVCU, Casa del Consumatore, CODACONS, FEDERCONSUMATORI, Unione Nazionale Consumatori sono state fornite ampie spiegazioni sulla costituzione della società Vallenergie, ai sensi del Decreto Legge n° 73 del 18 giugno 2007, convertito in Legge n° 125 del 3/8/2007 inerente l’attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell’energia. Opportuna informativa sarà fornita anche alla clientela tramite le prossime bollette.
E’ stato inoltre confermato che nulla cambia per i clienti che continueranno a essere forniti alle condizioni fissate e aggiornate trimestralmente dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, né le condizioni contrattuali, né le modalità di pagamento, così come restano invariati i canali di contatto che sono riportati sul fronte della bolletta, in alto a sinistra.
Vallenergie ha comunicato alle Associazioni l’avvenuto ripristino dell’emissione delle bollette e le modalità di recupero della normale ciclicità di fatturazione. Infatti, l’aggiornamento dei sistemi informatici ha causato ritardi nell’emissione delle fatture degli ultimi bimestri. Già da oggi e nei mesi successivi, i clienti della Valle d’Aosta riceveranno le bollette e la normale fatturazione verrà, pertanto, ripristinata con gradualità raggiungendo il suo regime a settembre 2008.
Sono state inoltre date ampie rassicurazioni circa la disponibilità di Vallenergie a rateizzare gli importi, anche in casi diversi da quelli previsti dall’apposita normativa, sia attraverso richieste provenienti dai consueti canali di contatto o a seguito di segnalazioni da parte delle Associazioni dei consumatori.

Professionisti valdostani - 10: Tutto quello che c'è da sapere sul formatore professionale

Identikit



Totale iscritti all'Albo
L’AIF, Associazione Italiana Formatori, rappresenta la prima e più importante organizzazione che riunisce, da oltre trent’anni (è nata nel 1975), coloro che esercitano professionalmente l’attività di esperti di processi di apprendimento degli adulti. E’ presente in tutte le regioni italiane e dal 2007 nella Regione Valle d’Aosta. AIF non ha un proprio albo, l’iscrizione è libera, ha quali punti di riferimento la «Carta dei comportamenti e dei valori» e un dispositivo di certificazione di competenze del formatore cui i soci possono accedere su base volontaria. I profili attualmente certificati sono: il formatore docente; il progettista di formazione; il responsabile di progetto; il responsabile di centro/servizio di formazione; il tutor per l’e-learning.


Iscritti AIF (tutte le Regioni)
2007: 2452
2006: 2305
2005: 2073
Gli iscritti AIF della Regione Valle d’Aosta sono al momento costituiti dal gruppo direttivo regionale che ha attivato il processo costitutivo nella nostra Regione.


Composizione direttivo regionale
Adelaide Sonatore (Presidente), Giuseppe Andriolo, Antonella Poliani e Renata Pellissier


Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti
Si prevede di giungere ad un numero complessivo di 30 soci nell’arco del primo biennio di attività.


Internet e Mail:

www.aifonlin.it

a.sonatore@libero.it

Le domande


Quali sono le principali problematiche a livello regionale e nazionale?
- L’ampliamento del mercato della formazione
- La maggiore stabilizzazione dell’offerta formativa
- La maggiore stabilizzazione delle opportunità lavorative per i formatori
- La maggiore solidità delle organizzazioni che si occupano di formazione
- Una sensibilizzazione del mondo delle imprese sull’importanza strategica della formazione
- La definizione di dispositivi di riconoscimento delle competenze dei formatori e del loro ruolo cruciale nelle organizzazioni all’interno del quadro di riordino delle professioni intellettuali
- La necessità per i formatori di avviare un rapporto con gli interlocutori istituzionali, di partecipare ai processi di costruzione e decisione del sistema
- Definire il quadro delle differenze e delle relazioni tra il sistema dell’istruzione e quello della formazione
- Sviluppare formazioni di eccellenza
- Ci sono limitate informazioni di tipo statistico sulla consistenza dell’universo dei formatori. Da una recente indagine regionale «Un sistema in evoluzione» risulta che il solo sistema della formazione finanziata F.S.E. registra 169 risorse umane stabili. Questi professionisti sono in maggioranza laureati e una esperienza professionale in media di 10 anni. Il numero complessivo dei formatori (e dunque non solo quelli operanti nel sistema della formazione finanziata e anche quelli non stabili) a livello regionale è sicuramente molto più elevato, ma mancano dei dati complessivi. AIF Valle d’Aosta ha avviato quest’anno un lavoro di ricognizione che potrà portare a un quadro più preciso.

Esistono possibilità di lavoro in Vallee d'Aosta oppure il settore è saturo?
Sì, i diversi enti di formazione operanti hanno volumi di attività crescenti da realizzare e i formatori con una solida formazione hanno possibilità concrete di inserirsi nel mercato del lavoro. Diversa è la risposta se ci si riferisce alla tipologia del lavoro a tempo indeterminato, poiché il mercato è caratterizzato da una certa ciclicità che non induce gli organismi di formazione a privilegiare forme di contratto a tempo indeterminato.


Esistono nuovi sbocchi professionali?
Il mercato della formazione in Italia è contraddistinto da disomogeneità. Da una parte vi sono le grandi imprese i cui investimenti nella formazione sono sostanzialmente stabili ed orientati ad una politica di consolidamento e solo in parte, dallo spirito evolutivo che caratterizza gli altri Paesi industrializzati.
D’altra parte la maggior parte delle imprese di medie e piccole dimensioni utilizzano poco la formazione. L’Italia è infatti posizionata agli ultimi posti della classifica europea che analizza le imprese con più di dieci dipendenti che investono sistematicamente in formazione e molto lontana dai Paesi europei maggiormente industrializzati (Germania, Francia e Gran Bretagna).
Se la media, in Europa, relativa a tali imprese si assesta infatti intorno al 47%, questa percentuale scende al 24% in Italia, che è quindi, in questa speciale classifica, davanti solo a Lituania, Bulgaria, Portogallo, Grecia e Romania.
L’AIF sta affinando il proprio ruolo istituzionale di organizzazione orientata all’evoluzione delle competenze dei formatori, intesi quali agenti di cambiamento, quali generatori di sviluppo e di innovazione ponendo quindi al centro la Persona in collegamento con le finalità dell’organizzazione di appartenenza.
L’AIF sta diventando un punto di riferimento nei nuovi processi di sensibilizzazione della committenza, pubblica e privata, all’importanza ricoperta dalla formazione nei percorsi di innovazione e di sviluppo della competitività organizzativa. La verifica del ROI (Return on Investment) della formazione da questo punto di vista è particolarmente rilevante, ma anche gli interventi sollecitati da AIF (quali la defiscalizzazione dei costi di realizzazione degli interventi formativi) per adeguare la normativa nazionale a quella dei principali Paesi occidentali.
L’ampliamento nei documenti nazionali e regionali delle tipologie d’intervento e dunque dell’offerta formativa (inserimento e accompagnamento lavorativo, prevenzione della dispersione scolastica e formativa, istruzione e formazione tecnica superiore, formazione continua, sviluppo dell’imprenditorialità, formazione permanente, personalizzazione dei percorsi, …) allarga gli orizzonti della formazione
La professione ha un’area d’intervento piuttosto ampia che si colloca all’interno di coordinate che vedono da una parte le diverse strutture organizzative (imprese, uffici formazione delle amministrazioni pubbliche, degli enti di formazione, delle agenzie per il lavoro –pubbliche e private-, università, ASL, organismi del volontariato, …) e dall’altra lungo l’intero ciclo del percorso formativo (il formatore come progettista, tutor d’aula, tutor di tirocinio, docente, coordinatore, dirigente di struttura…).
A livello regionale i documenti programmatori (quali il Progetto operativo occupazione 2007-2013) pongono una grande attenzione al capitale umano e dunque ai sistemi di formazione e istruzione. E imprese ed i singoli cittadini possono accedere a modalità di finanziamento diversificate per la formazione (misure e assi del POR, voucher previsto dalla legge finanziaria, …). Sulla rivista dell’associazione “ FOR” compaiono le riflessioni del mondo della formazione, gli approfondimenti e le linee di evoluzione.


Quali iniziative di formazione avete realizzato nel 2007 e quali sono in programma nel 2008?

2007:
Conferenze AIF
- «La qualità dei processi di apprendimento- Lo sviluppo dell’apprendimento emotivo».
Relatore: Pier Sergio Caltabiano, Presidente Nazionale AIF e Direttore Generale del CTC di Bologna

- «Le competenze del formatore nei contesti di formazione continua».
Relatore: Giuseppe Andriolo, esperto di processi formativi, direttivo regionale

- «Le prospettive della formazione permanente - Competenze funzionali all’esercizio della cittadinanza attiva». Relatore: Adelaide Sonatore.

2008:
Conferenze AIF
- 21 febbraio: «Formazione nella Pubblica Amministrazione: Sviluppo del personale e crediti formativi». Relatore Ernesto Vidotto Responsabile Nazionale AIF Pubblica Amministrazione ed Esperto di sistemi. Sede: presso la sala del Vivaio forestale dell’Assessorato regionale Agricoltura e risorse naturali in Loc. Olleyes a Quart (Ao)

- 28 febbraio: «Formatori, saperi, prospettive … Un’occasione di riflessione su scenari, identità e percorsi degli operatori della formazione» in collaborazione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta e l’Università della Valle d’Aosta. Sede: presso l’Aula Magna dell’Università della Valle d’Aosta Via dei Cappuccini, 2/A Aosta. Relatori: Teresa Grange, Nadia Savoini, Remo Bonichi, Gianni Nuti, Barbara Vendemmia, Jean Frassy, Adelaide Sonatore. Chairman: Giuseppe Scaratti

- 16 aprile h. 14.30 la conferenza dal titolo «Il concetto di competenza tra risorse dell'individuo e agire organizzativo». Relatori: Lauro Mattalucci, consulente di formazione, e Rodolfo Buat, Responsabile del Personale del Casinò de la Vallée di Saint-VincentSede:Aosta presso la sala B.I.M. in Piazza Narbonne n. 16

- Sabato 10 maggio appuntamento con il 2° AIF DAY in simultanea con tutte le sedi regionali, per ragionare su alcuni macrotemi della professione del formatore.

- 22 maggio h. 14.30 Formazione e multimedialità Presentazione dei pacchetti formativi: Bed&Breakfast CD multimediale: la formazione a casa; Far feste. Percorso di formazione on line per l'organizzazione di eventi sul territorio; La 626 on-line; Opens on-line. Relatori: Maurizio Statti, Formatore e consulente neo-impresa, Francesco Yoccoz Formatore, Sandra Clerin, Formatore e progettista FAD.


Quali consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
Seguire un percorso formativo solido integrando formazione universitaria e formazione sul campo. I corsi di laurea che preparano a lavorare in questo settore afferiscono principalmente alle facoltà di Scienze della formazione e di Psicologia, ma in relazione al profilo a cui si è interessati possono essere di riferimento anche altri percorsi (area economica e giuridica). Esistono anche molti master in collaborazione col mondo delle imprese e AIF ha un proprio programma formativo comprensivo di percorsi di formazione rivolti a formatori junior e senior. Tutte le informazioni in questo senso si trovano sul sito dell’associazione.Le prime esperienze di lavoro sono particolarmente utili per capire il funzionamento del sistema della formazione e per chiarirsi quali possono essere gli ambiti in cui direzionarsi ed orientare la personale crescita professionale. Il sistema è particolarmente complesso così come l’attività professionale, in cui gli elementi intangibili da padroneggiare sono molteplici e il lavoro con le persone delicato, occorre dunque avvicinarsi con un atteggiamento esplorativo e di ricerca.


Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
AIF ha due gruppi di lavoro nazionali su «Grandi imprese» e «Piccole e medie imprese» con lo scopo di migliorare il livello qualitativo della formazione per le imprese aumentando il livello di scambio e di diffusione di buone pratiche e di mettere a disposizione il proprio contributo di esperienze e di studi. Il punto di vista dell’impresa è continuamente sollecitato e presentato all’interno di eventi AIF (es: il convegno di Napoli dello scorso autunno). L'Aif collabora stabilmente col mensile de «Il sole 24ore» e «L’Impresa».

27 aprile 2008

Terzo settore: protocollo tra Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige

Il mondo alpino fa fronte comune sul terreno della cooperazione. La Fédération des Cooperatives Valdotaines, guidata da Luigi Cerise, e la Federazione Trentina della Cooperazione, i due maggiori consorzi dei rispettivi territori (la Fédèration raggruppa circa il 70% delle cooperative attive sul territorio regionale con un giro di affari che ormai si avvicina ai 100 milioni), hanno siglato un protocollo d’intesa in base al quale si impegnano ad avviare una collaborazione integrata che favorisca lo sviluppo locale attraverso il modello della cooperazione e dell’impresa sociale. La firma del documento è stata uno dei punti qualificanti del seminario di chiusura del progetto europeo «Equal Monteseo (Montagna, turismo, economia sociale e occupazione)» dedicato al tema «Alpi - terra di cooperazione. Trentino e Valle d'Aosta: esperienze di sviluppo locale». Sulla base del protocollo i sottoscrittori si impegnano a «consolidare la riflessione su welfare e sviluppo locale, con particolare attenzione alle politiche del lavoro e dell’inserimento lavorativo di fasce deboli della popolazione e ad iniziative di housing sociale, e a sviluppare congiuntamente azioni innovative nei seguenti ambiti produttivi: ambiente ed energia, Finanza e fondi mutualistici, Turismo sociale e sostenibile, Servizi di prossimità della cooperazione di consumo e Agricoltura e zootecnia». Obiettivi che verranno raggiunti attraverso sei precise linee di azione: la costituzione un comitato di coordinamento che ogni anno definisca il programma operativo; la realizzazione di programmi di scambio che mettano in rete le persone, i sistemi cooperativi, le istituzioni pubbliche, le università e i centri di ricerca dei rispettivi territori e che prevedano almeno un comune seminario annuale per fare il punto rispetto alle acquisizioni e allo stato di avanzamento della collaborazione; l’elaborazione di progetti comuni nell’ambito dei fondi strutturali e di altri programmi d’azione europea; la valorizzazione su un piano scientifico delle reciproche esperienze cooperative; la promozione della formazione a sostegno dello sviluppo organizzativo e societario delle cooperative, con particolare riferimento ai soci, valorizzando il suo ruolo di strumento di accompagnamento ed inserimento nelle imprese; e la creazione di buone pratiche per la predisposizione di attività comuni sia in ambito professionale che scolastico, in particolare, per quanto concerne l’educazione cooperativa. «La Federazione e la Fédération – si legge ancora nel documento - metteranno a disposizione il proprio know-how e la propria rete di relazioni locali, nazionali e internazionali, secondo le modalità che verranno definite nel programma operativo annuale. Nella progettazione e realizzazione delle singole iniziative saranno privilegiate le risorse umane interne ai sottoscrittori»

26 aprile 2008

Spunti di riflessione 21: Gli italiani e internet, ancora poco (e male). Blogger valdostani se ci siete battete un colpo!

Almeno noi su internet ci proviamo. Leggetevi l'articolo di Luca De Biase sul Sole 24 Ore e scoprite come è desolante il panorama italiano dell'on line. Anche il sottoscritto, con un blog molto artigianale, finisce per essere un orbo in un paese di ciechi. Se poi restringo il campo alla Valle d'Aosta temo che la situazione sia ancora più tragica. Blogger valdostani se ci siete battete un colpo! Lo spazio "siti amici" si potrebbe anche ampliare...

25 aprile 2008

Professionisti valdostani - 9: il farmacista all'opera tra medicina tradizionale e naturale

Identikit


Totale iscritti all’Albo:

n. 130


Iscritti dell’ultimo triennio:

dal 2005 al 2007 n. 17 - nel 2008 n. 3


Suddivisione maschi e femmine:

maschi n. 52 - femmine n. 78


Composizione direttivo:
Tiziana Devoti
(Presidente) - Nello Fabbri (Vice Presidente) - Andrea Nicola (Tesoriere) - Armanda Castiglion (Segretario) - Adolfo Chenal, Renata Lovera e Giancarlo Vigo (Consiglieri)


Il trend nei prossimi anni in termini di iscritti:
Riteniamo che sarà in aumento


Mail: assprofvda@tin.it



Le domande


Quali sono le Principali problematiche a livello regionale e nazionale?
Ritengo che le principali problematiche nella professione del farmacista derivino soprattutto dal fatto che il mondo del farmaco è in continua evoluzione; sono moltissime le molecole in uso, quelle in studio, le forme farmaceutiche innovative, le indicazioni terapeutiche che spesso variano nel tempo in relazione a quanto viene scoperto. Il professionista deve essere sempre aggiornato, la formazione universitaria è ottima ma le conoscenze vanno continuamente ampliate e questo senza trascurare l’aspetto quotidiano del lavoro.
Le persone che vengono in farmacia sono sempre più preparate e incuriosite dai farmaci di cui tanto spesso si sente parlare o si legge. Molto spesso chi ricorre a noi, è in politerapia e proprio per questo il consiglio non è sempre facile in ambito di medicina tradizionale e di quella naturale in quanto bisogna valutare sempre possibili interazioni e incompatibilità.

Esistono possibilità di lavoro in Vallee d'Aosta oppure il settore è saturo? Esistono nuovi sbocchi professionali?
In Valle d’Aosta direi che esistono concrete possibilità occupazionali soprattutto in farmacia.
Gli sbocchi professionali sono essenzialmente gli stessi di sempre, la quasi totalità di colleghi opera come farmacista territoriale, ma vi è anche chi lavora in ospedale, nella Asl, o nell’industria, come informatore.

Quali sono le iniziative di formazione realizzate nel 2007 e in programma nel 2008?
Da quando per i farmacisti è partito l’obbligo della formazione continua nel 2002, in termini tecnici si parla di ECM, l’Ordine dei Farmacisti ha organizzato un bel numero di corsi residenziali che si proponevano di sciogliere dubbi in merito a farmaci, terapie innovative, aspetti legislativi . I corsi sono stati proposti negli ambiti più vari, spaziando dalla Medicina Ayur Vedica ai farmaci oncologici, dall’alimentazione, alla cosmetica, non trascurando mai gli aspetti normativi, con un occhio sempre attento alle novità o problemi venuti alla ribalta, anche in un’ottica di prevenzione. Anche questo anno sono stati organizzati un buon numero di eventi tra aprile e giugno. Altri sono allo studio e si svolgeranno nel periodo che va da settembre a dicembre.

Quali consigli per chi si vuole avvicinare alla professione?
La ricetta magica per chi si vuole avvicinare alla professione non c’è. Il nostro è un lavoro che impiega molta parte della giornata, in cui è richiesto di fare turni serali, notturni, festivi. Bisogna essere versatili e soprattutto coltivare la capacità di ascolto delle persone, dei loro problemi. Personalmente ho scelto questo percorso di studio perché mi piace il contatto umano, perché sento che con i miei consigli posso essere utile agli altri, perché mi piace la farmacologia. Come già detto ritengo importantissimo studiare e aggiornarsi sempre.

Qual è il rapporto con il mondo delle imprese?
La farmacia ha contatti con le imprese ed è anch’essa una impresa, concepita comunque sempre nell’ottica di dare il miglior servizio possibile ai clienti-pazienti e destinata a diventare sempre di più un centro di servizi, una sorta di collettore di informazioni in termini di salute.

24 aprile 2008

Consorzio Trait d'Union: da quindici anni nel mondo della cooperazione sociale

Seicento occupati, venti milioni di fatturato, quindici cooperative: undici di tipo A, cioè dedicate ai servizi alla persona (socio-sanitari ed educativi), e quattro di tipo B, dove il prodotto principale è l’inserimento lavorativo dei cittadini che vivono condizioni di svantaggio e di emarginazione. Sono questi i numeri del Consorzio Trait d’Union, presieduto da Roberto Presciani, che proprio quest’anno compie i suoi primi quindici anni di vita. Più nello specifico le cooperative di tipo A svolgono attività nel settore del turismo sociale (gestione di ostelli e casa per ferie, promozione di proposte turistiche per persone con bisogni speciali), dell’assistenza ai minori e agli adolescenti (asili nido, centri di aggregazione, centri di informazione, comunità residenziali, educativa territoriale, ludoteche, garderie, trasporto alunni, refezioni, centri e soggiorni estivi), agli anziani (assistenza domiciliare e residenziale, soggiorni marini) e ad altre categorie di soggetti (assistenza domiciliare e residenziali per pazienti psichiatrici, comunità per malati di AIDS, centri di accoglienza per immigrati extracomunitari, centri di accoglienza notturni). Le cooperative di tipo B svolgono attività nel settore del verde e del florovivaismo, della viticoltura, della legatoria, dell’editing, dell’elaborazione dati e delle pulizie. «Generalmente, - osserva Presciani - i servizi socio-sanitari ed educativi realizzati dalle cooperative di tipo A sono gestiti in convenzione con enti pubblici che, in tal caso, risultano titolari primi dei servizi. In altri casi, le cooperative si attivano direttamente proponendo progetti a contenuto sociale, elaborati in base all’analisi dei bisogni rilevati nel territorio, e reperendo fonti diversificate di finanziamento (fondi nazionali speciali, leggi regionali di settore, finanziamenti dell’Unione Europea, co-partecipazione a volte da parte dell’utenza, ecc.)». La vicinanza al territorio è per Presciani un elemento importantissimo. «E’ soprattutto per questo – commenta il Presidente – che siamo rimasti particolarmente colpiti dal fatto che ci siano Cooperative sociali interessate ad operare al di fuori del proprio territorio regionale. Il fatto che alcuni appalti, nostri e non solo, siano stati assegnati ad una cooperativa sociale proveniente da Parma ci ha destato molta perplessità. Noi non vogliamo il protezionismo, ma siamo convinti che simili strategie abbiano poco a che vedere con il mondo della cooperazione sociale. Inoltre in realtà di 1500-2000 dipendenti dove sta il livello decisionale? Non si corre il rischio di trovarsi di fronte ad un’impresa profit mascherata dal sociale?». I nuovi soggetti che si sono affacciati per la prima volta sul mercato valdostano puntano ad attingere ad un welfare più generoso rispetto al resto del territorio nazionale e, per Presciani, lo possono fare con un atout in più che può piacere molto all’ente pubblico. «Queste imprese sociali – aggiunge Presciani – hanno una significativa capacità d’investimento e possono aderire facilmente ad iniziative di project financing particolarmente apprezzate dalle pubblica amministrazione. Su questo punto in particolare dobbiamo sicuramente irrobustirci». Le cooperative di tipo B, invece, sono aziende che, proprio al fine di perseguire nel modo più efficace finalità di inserimento lavorativo, si confrontano con una realtà di mercato più articolata, composto da concorrenti del settore profit e da clienti sia pubblici che privati. «All’interno di questo quadro, - conclude Presciani - il Consorzio si pone la finalità istituzionale e costitutiva di favorire lo sviluppo e la produttività sociale delle cooperative socie, mediante la creazione di sinergie che ottimizzino le risorse, valorizzino le piccole dimensioni, favoriscano la possibilità di aprire o implementare le attività anche attraverso il preciso utilizzo delle normative che consentono agli Enti Locali dell’Amministrazione Pubblica di affidare commesse tramite o convenzioni dirette alle cooperative di tipo b, o gare riservate alle cooperative sociali». (Pubblicato sul Corriere della Valle del 17 aprile 2008)

23 aprile 2008

Elezioni regionali in Valle d'Aosta: un candidato ogni 506 abitanti

Sette liste, 245 candidati, tre programmi: due comuni con da una parte le forze autonomiste, Uv, Stella alpina e Fédération, e dall’altra i partiti di centro sinistra, cioè Arcobaleno, Partito Democratico, Vallée d’Aoste Vive/Renouveau, e uno individuale, quello del Popolo della libertà. Sono questi i numeri ufficiali della prossima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Valle che il 25 maggio eleggerà i 35 consiglieri che daranno vita alla tredicesima legislatura. In pratica ai nastri di partenza si ripresentano le stesse forze (o quasi) che già hanno animato le elezioni politiche. Come sempre attraverso il Corriere della Valle e il blog seguirò l’evolversi della campagna elettorale proponendo alcuni approfondimenti differenziati. Lo spazio dedicato sul blog nasce dalla convinzione che politica ed economia siano due mondi destinati ad interfacciarsi. Nel frattempo vi propongo l’elenco degli aspiranti consiglieri. Uno ogni 408 elettori oppure uno ogni 506 abitanti. Scegliete voi. Le liste sono presentate secondo l’ordine di presentazione presso la cancelleria del Tribunale di Aosta. Vi ricordo, infine, che sarà la prima tornata di votazioni con la nuova legge elettorale.

VDA VIVE-RENOUVEAU
1 Silvio Barrel, 2 Giancarlo Barucco, 3 Alberto Bertin, 4 Luciano Bonino, 5 Mario Borgio, 6 Marzia Bortoli, 7 Ilda Broccard, 8 Dario Carmassi , 9 Alberto Carral, 10 Giuseppe Cerise, 11 Chantal Certan, 12 Albert Chatrian, 13 Maria Liliana Cornaz, 14 Franco Crestati, 15 Claudia De Santis, 16 Clemente Dupont, 17 Piero Galbiati, 18 Maria Cristina Gatti, 19 Marco Gheller, 20 Candido Henry, 21 Roberto Louvin, 22 Flavio Martino, 23 Iris Morandi, 24 Patrizia Morelli, 25 Patrizia Nuvolari, ,26 Livio Perron, 27 Andrea Piccirilli, 28 Donato Ronc, 29 Raffaella Roveyaz, 30 Luciano Scarlatta, 31 Sandro Théodule, 32 Paolo Trevisan, 33 Renzo Vicquéry, 34 Cleta Yeuillaz, 35 Giuseppe Zanfini

STELLA ALPINA
1 Giuseppe Andretto , 2 Mauro Baccega, 3 Nicoletta Biancalana, 4 Luigi Bracci, 5 Luca Bringhen, 6 Vincenzo Caminiti , 7 Giorgio Collura, 8 Dario Comé, 9 Katia Contini, 10 Paolo Contoz , 11 Stefano Crescenzo, 12 Anna D’Agostino, 13 Giuseppe D’Alessandro, 14 Luigi De Franco, 15 Agnese Di Trani, 16 Gianluca Fea, 17 Jean Pierre Feo, 18 Renato Fey , 19 Ester Fonte, 20 Luca Girasole, 21 André Lanièce , 22 Roberto Malcuit, 23 Pierluigi Marquis, 24 Erik Patrocle, 25 Stefano Pellicanò, 26 Massimo Peppellin, 27 Massimiliano Ponzetti , 28 Erika Ramolivaz, 29 Francesco Salzone, 30 Laura Simoncello, 31 Adriano Sposato , 32 Elio Stacchetti, 33 Alberto Vaglio, 34 Marco Viérin, 35 Dario Vuillermoz

ARCOBALENO
1 Carlo Curtaz , 2 Fabio Armand, 3 Vincenzo Bacca, 4 Dino Barmasse, 5 Marco Belardi, 6 Maria Clorinda Benedetti , 7 Renato Besenval , 8 Maria Rosa Bonel, 9 Alessandro Bortot, 10 Concetta Bracci , 11 Francesco Buratti, 12 Sonia Chabod, 13 Savino Corcella, 14 Simona D’Agostino, 15 Stefania Daniele, 16 Ilio Dolci, 17 Gianpaolo Fedi, 18 Clotilde Forcellati, 19 Sergio Gal, 20 Alexandre Glarey, 21 Ruggero Grivon, 22 Gabriella Manganoni , 23 Agnese Molinaro, 24 Armando Mormile, 25 Pier Giuseppe Paoloni, 26 Antonella Pellissier, 27 Giacinta Prisant , 28 Maria Teresa Riggio, 29 Gabriele Scattolin, 30 Renata Vairetto , 31 Piero Valleise, 32 Anna Vaser, 33 Ugo Venturella, 34 Maurizio Zardo, 35 Piero Zulian

PARTITO DEMOCRATICO
1 Rachida Adlani, 2 Giovanni Aloisi , 3 Maria Angelini , 4 Tiziana Annovazzi , 5 Roberto Avetrani , 6 Elio Bertolin, 7 Enrico Bich, 8 Luciano Boccazzi, 9 Vincenzo Calì, 10 Giulio Cappa, 11 Ornella Cheillon, 12 Filippo Costa, 13 Rosa Domenighini , 14 Raimondo Donzel , 15 Vanni Florio, 16 Carmela Fontana, 17 Elvis Francisco, 18 Paolo Gianfranceschi , 19 Renato Gigliotti, 20 Moreno Gradizzi , 21 Rita Grandilli, 22 Erika Guichardaz, 23 Cristina Jannel , 24 Onofrio Lombardo, 25 Mariagrazia Lumetta, 26 Silvia Nicco, 27 Laurino Réan, 28 Gianni Rigo, 29 Giuseppe Rollandin, 30 Giovanni Sandri , 31 Costantino Soudaz, 32 Nicodemo Spatari, 33 Emanuela Vassoney, 34 Raffaella Vicentin, 35 Giovanna Zanchi

UNION VALDOTAINE
1 Salvatore Agostino, 2 Mauro Bieler, 3 Gioia Brunod , 4 Luciano Caveri, 5 Alberto Cerise, 6 Guido Cesal, 7 Teresa Charles, 8 Daniele Collomb, 9 Alberto Cretaz, 10 Emilio Danna, 11 Bruno Domaine, 12 Diego Empereur , 13 Laura Filetti, 14 Elso Gerandin , 15 Remy Herren , 16 Hélène Impérial , 17 Giuseppe Isabellon , 18 Albert Lanièce, 19 Erik Lavevaz , 20 Gabriele Maquignaz, 21 Aurelio Marguerettaz , 22 Osvaldo Naudin , 23 Carlo Norbiato, 24 Ennio Pastoret, 25 Flavio Peinetti , 26 Lucia Pellissier, 27 Renato Praduroux, 28 Piero Prola, 29 Ezio Riccio, 30 Emily Rini , 31 Augusto Rollandin, 32 Andrea Rosset , 33 Adriana Viérin, 34 Laurent Viérin, 35 Manuela Zublena

PARTITO DELLA LIBERTA’
1 Antonio Albanese 2, Domenico Aloisi, 3 Maria Antonietta Barbalace, 4 Anacleto Benin, 5 Luciana Bethaz, 6 Davide Borgis, 7 Damiano Boson, 8 Marco Castiggion, 9 Lina Cavagnet , 10 Eliseo Delle Donne, 11 Antonio Di Giuseppe, 12 Hélène Fonte, 13 Dario Frassy, 14 Giuseppe Gambardella, 15 Neva Giovannini, 16 Michele Grosso, 17 Massimo Lattanzi, 18 Luca Mantione, 19 Paolo Minuzzo, 20 Orlando Navarra, 21 Eddy Ottoz, 22 Andrea Paron, 23 Fabrizio Pascal, 24 Marino Pasquettaz , 25 Ivan Rollet, 26 Gabriele Scannella, 27 Erik Seletto, 28 Pasquale Siciliano, 29 Riccardo Taraglio, 30 Giuseppina Territo, 31 Enrico Tibaldi, 32 Ettore Viérin , 33 Susanna Zadkovich, 34 Giovanni Zani, 35 Alberto Zucchi

FEDERATION AUTONOMISTE
1 Leonardo La Torre, 2 Claudio Lavoyer, 3 Francesco Amato, 4 Paolo Annibalini, 5 Cristina Bo, 6 Nicodemo Calabrese, 7 Giuseppe Canonico, 8 Albertino Carradore, 9 Sonia Cid Ybic , 10 Mauro Cometto, 11 Claudio Dalle, 12 Patrizia Diemoz, 13 Paolo Fary, 14 Fulvio Favre, 15 Maria Cristina Ferrero, 16 Simona Gennaro, 17 Antonio Gramazio, 18 Antonio Grosso, 19 Salvatore Luberto, 20 Chiarina Mancuso, 21 Andrea Marconi , 22 Nadia Moltedo, 23 Walter Musso, 24 Francesco Napoli, 25 Simonetta Ottoz, 26 Antonello Parisi, 27 Guglielmo Piccolo, 28 Luciano Saraillon, 29 Luca Spadaccino, 30 Rita Spadotto, 31 Guido Théodule, 32 Eugenio Torri, 33 Maria Cristina Vasini, 34 Paolino Verducci , 35 Carlo Viérin

22 aprile 2008

Industria: in Valle d'Aosta secondo trimestre in leggero miglioramento

Confindustria Valle d'Aosta ha reso noti oggi i risultati della tradizionale indagine congiunturale trimestrale. Come è mia abitudine sottopongo il testo della nota in versione integrale ai miei visitatori. I titoletti sono stati aggiunti da me per facilitare la lettura del documento. Sono, come sempre, ben accetti commenti.

L’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2008 segnala un leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente riguardo ad alcuni indicatori. Permangono segnali di preoccupazione legati all’export e alla competitività delle imprese sia per il mercato interno sia per quello estero. Gli indicatori della produzione, degli ordini totali, e degli investimenti registrano un segno positivo, in linea con l’andamento della produzione industriale dei primi mesi di quest’anno.

In sintesi: occupazione in recupero - settore del legno in difficoltà
In lieve recupero l’andamento dell’occupazione che si riporta su dati positivi con una
conseguente e significativa riduzione del ricorso alla cassa integrazione. Le indicazioni dell’ultima indagine confermano il protrarsi di una fase di incertezza che aveva già dato qualche segnale nell’ultimo trimestre 2007. Emerge maggiore dinamicità nel comparto manifatturiero che coinvolge in particolare il settore siderurgico e le aziende che hanno diversificato la loro produzione o che hanno saputo innovarsi o investire in ricerca. Sottotono il settore del legno che risente dell’andamento negativo del comparto dell’edilizia pubblica.
Il clima di incertezza rispecchia la frenata che sta colpendo tutti i paesi industriali ed in particolare l’Italia che ha una bassa crescita stimata prossima allo zero nel 2008. Il rallentamento ha cause comuni: perdita di potere d’acquisto per il rincaro delle materie prime (specie energetiche), perdita di competitività da rivalutazione del cambio, debolezza dell’economia Usa. L’Italia le patisce di più per i ritardi nelle riforme necessarie ad adeguarsi alle regole della moneta unica. Non si assiste ad una sostanziale diversificazione di andamento per classe dimensionale delle imprese. Gli investimenti e le prospettive di crescita riguardano prevalentemente le imprese che esportano e quelle di maggiori dimensioni.
Per quanto riguarda la produzione il 68% degli intervistati prevede un andamento costante (57% nel primo trimestre 2008), il saldo ottimisti-pessimisti (13,6%) migliora rispetto al livello del trimestre precedente (35 punti) mentre registra una flessione di 4,5 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Solo il 9% degli intervistati prevede una flessione.La media di utilizzo degli impianti resta sostanzialmente stabile e si attesta al 71,25%.

L'indagine: migliorano le previsioni sugli ordini
Le previsioni degli ordini totali migliorano rispetto al trimestre precedente di 32,5 punti portandosi nuovamente su livelli positivi (da –18,5 a +14,3), mentre risultano in discesa di due punti rispetto allo stesso periodo del 2007. Solo il 10% prevede una riduzione. In leggero miglioramento le attese per gli ordini export dove il saldo registra un + 2,8 punti rispetto al trimestre precedente, anche se restano inferiori a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente. Il saldo ottimisti-pessimisti registra un + 9% rispetto al + 6,2% del primo trimestre 2008. Il 36% prevede nuovi ordini export. La riduzione è attesa dal 27% degli intervistati. La previsione del carnet ordini resta sostanzialmente stabile. Gli ordini inferiori ad un mese si assestano al 25% (23% nel primo trimestre), le previsioni di ordini da uno a tre mesi restano stabili (dal 34,6 % al 35%), le previsioni per le commesse superiori ai tre mesi scendono di 2 punti percentuali.

Peggiorata la competitività sia interna che esterna
Nel periodo gennaio – marzo sia la competitività interna rispetto ai concorrenti stranieri sia la competitività sui mercati internazionali, pur rimanendo positiva, è peggiorata rispetto al trimestre precedente e rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Solo il 5% delle imprese intervistate segnala un miglioramento per la competitività interna. Rispetto al trimestre precedente la competitività interna scende di 9 punti e quella estera di 11 punti. La quota di imprese che ha dei programmi di nuovi investimenti per ampliamenti è pari al 45,8% ed è il dato migliore degli ultimi due anni contro il 28,5% dello stesso periodo dell’anno scorso e il 38,7% dell’ultimo trimestre. Di segno contrario le previsioni degli
investimenti per sostituzioni che scendono di 9 punti rispetto al trimestre precedente e di 20 punti rispetto allo stesso periodo del 2007. Il costo del credito bancario nell’ultimo trimestre, secondo il campione delle imprese intervistate, è aumentato per il 21%. Sul versante finanziario si riduce lievemente la percentuale delle imprese che evidenziano ritardi negli incassi dei crediti commerciali entro i termini contrattuali, la stessa passa dal 48,3% al 45,8%. E’ il settore delle imprese legato alle costruzioni che lamenta i maggiori ritardi, ma segnalano difficoltà anche le imprese di pulizia ed i metalmeccanici.
Migliorano di 24 punti le prospettive occupazionali rispetto al trimestre precedente anche se i dati restano meno positivi rispetto allo stesso periodo del 2007. Il 13% degli intervistati stima di aumentare l’occupazione mentre nello scorso trimestre la percentuale era del 3%. I pessimisti sono il 4% quota inferiore alla precedente indagine (19%). La quota delle aziende che intendono ricorrere alla Cassa Integrazione Guadagni scende dal 20% al 5%, il saldo (+4,5 punti) migliora sia rispetto all’indagine precedente (+20 punti) sia rispetto al secondo trimestre 2007 (+6 punti).

Le imprese chiedono manodopera qualificata
Continua a salire la percentuale degli intervistati che prevede un aumento del costo delle materie prime portandosi al 78,9% (nel trimestre precedente la percentuale era del 68,1%). Si mantiene alta la media delle imprese che ha necessità di manodopera qualificata e specializzata nelle aree amministrazione e finanza (50%), commerciale (40%), nell’area della produzione e della ricerca (75%) e nelle altre aree (77%).

Una legge per sviluppare lo sci nordico

«Non meno di cinque milioni di euro nel prossimo triennio». Donato Ronc, 42 anni, dal 2005 sindaco di Rhêmes-Notre-Dame e da circa un anno presidente dell’Avef, l’associazione valdostana che raggruppa gli enti gestori di piste di sci di fondo (22 che hanno pagato una quota di 500 euro), è convinto di stimare per difetto gli interventi che verranno fatti nei prossimi mesi nel settore. L’Avef è stata ricostituita nell’ottobre del 2006 dopo un quinquennio di inattività e nel corso del 2007 ha impegnato le proprie energie su due fronti: il miglioramento della qualità dell’offerta e l’elaborazione di una strategia di promozione comune. «In occasione dell’ultima manifestazione di Coppa del Mondo, ospitata in Valle d’Aosta, abbiamo evidenziato all’Assessore al Turismo Ennio Pastoret – ha precisato Ronc - come lo sviluppo dello sci nordico non potesse contare su nessuna forma di aiuto, con l’unica eccezione dei contributi per la battitura piste. L’assessore, constatata l’assenza di una normativa in materia e ritenendo necessario dare un adeguato sostegno al settore, ha predisposto un ddl in materia di “Interventi regionali per lo sviluppo dello sci nordico”, recentemente approvato dal Consiglio regionale». Il nuovo testo di legge mette a disposizione dei gestori delle piste per il 2008 800mila euro utilizzabili per la realizzazione e l’adeguamento dei tracciati, l’acquisto e l’installazione di sistemi di innevamento programmato, l’acquisto di segnaletica, di veicoli battipista e di motoslitte. «La tecnica libera, ad esempio - aggiunge Ronc – richiede larghezze di pista superiori rispetto ad un tempo, mentre l’innevamento programmato può garantire l’apertura delle piste in ogni stagione invernale. Attualmente può essere innevato artificialmente soltanto il 10% delle piste e questo inevitabilmente limita il potenziale degli attuali 300 chilometri di piste presenti su tutto il territorio regionale».
In effetti l’offerta valdostana è particolarmente variegata anche se quattro comprensori da soli fanno registrare oltre il 70% dei biglietti venduti. Su 45 biglietti nel corso dell’ultima stagione invernale 10.000 sono stati staccati a Cogne con i suoi 50 chilometri di pista, 9.000 in Val Ferret, 8.500 a Brusson e 6.500 a Gressoney-Saint-Jean. «Inoltre – conclude Ronc - ci siamo resi conto che la promozione deve essere comune. Occorre partecipare a fiere e workshop, produrre brochure e dépliant che presentino l’intero sistema Valle d’Aosta per lo sci nordico, come avviene già in Trentino e in Veneto, esperienze cui guardiamo con interesse, desiderosi di imparare il più possibile».

21 aprile 2008

Attiva: trasferimento tecnologico e internazionalizzazione al servizio delle imprese valdostane

Al servizio delle aziende. Dal dicembre 2006 è operativa Attiva S.r.l., Agenzia per il Trasferimento Tecnologico e l'Internazionalizzazione in Valle d'Aosta, strumento in house di intervento della Chambre Valdôtaine. La società ha come mission la promozione ed il sostegno delle attività economiche del territorio, favorendo i processi di internazionalizzazione, di innovazione e di ricerca e trasferimento tecnologico delle imprese locali. Ampio lo spettro di azione della srl come spiega Federico Molino uno dei responsabili del neonato soggetto. «La società – osserva Molino - opera per la promozione del sistema Valle d'Aosta attraverso la gestione di progetti a favore di settori strategici innovativi di particolare rilevanza per la Chambre e finalizzati a promuovere anche all'estero le attività delle imprese valdostane; la gestione di sportelli telematici, banche dati, repertori e osservatori sull'attività delle imprese e sull'economia regionale e la promozione di occasioni di incontro e di cooperazione tra imprese: banche dati per la ricerca partner d'affari (tecnologici, commerciali, finanziari...), o eventi di cooperazione (brokerage events)». Attiva è anche impegnata nella «diffusione di dati, notizie ed informazioni sui mercati esteri e sul trasferimento tecnologico: nell’organizzazione di iniziative promozionali: missioni e incontri d'affari, partecipazione a fiere nazionali ed internazionali, accoglienza buyer e fornitori di altri paesi». Ma non solo. Attiva si propone anche per l’assistenza per la partecipazione a gare e progetti comunitari e per l'accesso ai finanziamenti, per la collaborazione, grazie all'adesione alla rete comunitaria Enterprise Europe Network, con gli uffici della Commissione Europea per l'attuazione di progetti comunitari e con altre istituzioni internazionali e con strutture specializzate dei sistemi camerali italiani ed esteri . L'obiettivo della rete Enterprise Europe è infatti proprio quello di aiutare le piccole e medie imprese a sviluppare il loro potenziale di innovazione e sensibilizzarle nei confronti delle politiche della Commissione. Varata nel febbraio 2008, questa nuova iniziativa della Commissione europea offre agli imprenditori uno sportello unico cui possono rivolgersi per avere consigli e usufruire di un'ampia gamma di servizi di sostegno alle imprese, di facile accesso. «Le piccole imprese, in particolare nelle fasi iniziali dell'attività, - sottolinea Molino - spesso non possiedono le risorse per monitorare da vicino i vari tipi di assistenza che possono fornire i programmi dell'UE. Inoltre non sempre sono in grado di valutare pienamente il potenziale commerciale e innovatore dei loro prodotti o di esplorare nuove opportunità commerciali, in particolare al di fuori della zona di riferimento cui di solito fanno capo». La rete Enterprise Europe, colma questa lacuna. Con oltre 500 punti di contatto e 4.000 esperti, è la principale rete europea per quanto riguarda la fornitura di competenze e servizi alle imprese. Questi sono a disposizione delle imprese a prescindere dalle loro dimensioni e dal fatto che forniscano prodotti o servizi, sebbene siano destinati principalmente alle PMI, agli istituti di ricerca, alle università, ai centri tecnologici e alle agenzie di sviluppo per l'innovazione e le imprese.

Info: Attiva S.r.l. Sede legale: Piazza della Repubblica 15 - 11100 Aosta. Sede operativa: Via Lavoratori Vittime del Col du Mont 24 - 11100 Aosta. tel. 0165 305537 - fax 0165 305539 - attiva@ao.camcom.it.

20 aprile 2008

Piccolo spot per il Corriere della Valle

Chi mi conosce sa che la mia attività principale è legata al Corriere della Valle e che molto del mio lavoro deriva da quanto faccio per il settimanale diocesano. Per quest0, anche se il blog è gratuito (non trovate neppure uno straccio di pubblicità), mi corre l'obbligo di ricordarvi che se apprezzate quanto leggete on line sarebbe auspicabile anche un vostro interesse per il Corriere nell'edizione cartacea. Due le opzioni: 1,20 ogni venerdì in edicola oppure 35 euro per un abbonamento annuale. Un'informazione non dico migliore, ma sicuramente diversa. Se siete poi un ordine professionale o un iscritto a uno degli ordini professionali di cui il Corriere della Valle si è occupato in queste ultime settimane, per ancora due mesi, a patto di non essere attualmente abbonati al Corriere, potete abbonarvi pagando soltanto 20 euro. Un'occasione da non perdere

19 aprile 2008

Spunti di riflessione - 20: Uno sguardo sul risultato elettorale in vista del 25 maggio

Propongo ai miei visitatori l'editoriale di Roberto De Vecchi pubblicato questo giovedì sul Corriere della Valle attualmente in edicola. E' un'analisi molto approfondita del voto a livello nazionale in vista delle Regionali del 25 maggio. Credo sia una lettura utile per riflettere.


La tornata elettorale si è conclusa con non poche sorprese, sia nella nostra Valle, sia nell’insieme del Paese. Si è prodotta, nella situazione italiana, quella svolta che ci si aspettava già nel 2006, dopo che un referendum aveva cancellato il sistema proporzionale per sostituirlo col maggioritario. Maggioritario che, anziché ridurre i partiti li aveva moltiplicati, rendendo ancora più complicato il sistema politico. Il numero dei partitini e la loro smania di essere sempre visibili avevano reso la vita politica un continuo susseguirsi di contrasti, di «distinguo» e di incapacità di decidere. Questo ha profondamente deluso gli Italiani. E’ stato un malessere generale che ha accompagnato tutta l’esistenza del Governo Prodi, che pur governando con oculatezza economica, ha dato l’impressione di essere paralizzato dall’intolleranza ideologica dell’estrema sinistra.
In questa situazione, dobbiamo proprio a Veltroni e alla sua scelta di «correre da solo» la semplificazione del quadro politico che consentirà, speriamolo, una migliore governabilità dell’Italia. Per ora è solo un’impressione, ma mi sembra di poter dire, sintetizzando al limite del paradosso, che se nel 2006 il principale scopo delle due coalizioni era quello di sconfiggere l’avversario, nel 2008 si è maggiormente puntato su una proposta di governo. Non è un salto da poco: sul piano culturale i due schieramenti escono entrambi più compatti e più credibili. Si sono criticati tanto i partiti, ma è proprio dal loro rinnovamento e dalla formazione culturale dei loro dirigenti che può venire il rinnovamento di tutto il Paese. In questa visione, se tale aspetto dovesse consolidarsi avremmo comunque fatto un gran passo avanti, chiunque avesse vinto le elezioni.
Ha vinto Berlusconi, che ha saputo coagulare attorno a sé la destra, facendola rientrare a pieno titolo nell’alveo democratico. Bertinotti ed i suoi escono di scena dopo aver provocato per ben due volte, direttamente o indirettamente, la caduta di un governo capeggiato da Prodi. Paladina del fondamentalismo laicista, la sinistra radicale è stata la testa d’ariete di tutte le battaglie che hanno tentato di scardinare i valori morali della famiglia, negandone la funzione sociale ed equiparandola ad altre forme di convivenza, dove viene escluso a priori qualsiasi impegno verso la società. L’odio verso il cristianesimo, condiviso purtroppo da altri settori più salottieri, non ha pagato: nessuno di coloro che hanno dato copertura ideologica ai facinorosi che hanno impedito al Papa di parlare alla Sapienza siede in Parlamento.
Tra gli obiettivi che si è dato il Partito Democratico vi è anche quello di cercare una sintesi tra valori laici e cattolici; speriamo di non assistere più alle battaglie dove ognuno ascolta se stesso e non riconosce all’altro il diritto di parlare. Si dovrà necessariamente passare attraverso un «ascolto dell’altro», che rifugga dalla dichiarata volontà di considerare laicità l’assenza di ogni religione o valore morale. E’ invece proprio la presenza di valori etici condivisi la garanzia di una vera laicità. E il risultato elettorale, che in prima battuta ha segnato una sconfitta per il PD, in una opposizione seria e costruttiva potrebbe invece indicargli la via per il suo consolidamento ideale e culturale, condizione indispensabile per renderlo protagonista di una vera democrazia dell’alternanza.
A destra vi è la sorpresa della Lega, che ha sostituito la sinistra nel raccogliere il disagio delle classi più in difficoltà: in certe aree del Nord-est i voti sono proprio passati direttamente dall’estrema sinistra alla Lega, che ha saputo salire, nella strategia politica e nel contatto con la gente, quei gradini che ha disceso la sinistra radicale. Mentre ha retto, nonostante la difficile situazione, l’Unione di Centro guidata da Casini, assieme alla Rosa Bianca di Pezzotta e Tabacci, due grandi intelligenze del mondo cattolico che potranno sicuramente mettere a frutto la loro presenza, basandosi sulla forza culturale che viene dai loro ideali e dalla loro preparazione.
E in Valle? Forse non è ancora arrivata l’onda d’urto del cambiamento che ha toccato il resto del Paese, ma qualcosa è cambiato. Il risultato di sostanziale parità dei due schieramenti impone innanzi tutto di presentarsi uniti di fronte al Parlamento nella difesa degli interessi regionali. Ma non solo per «giocare in difesa»: anche nel governo della nostra «Petite Patrie» è auspicabile che dalle elezioni del 25 maggio venga fuori un assetto culturalmente più elevato, nel quale gli schieramenti concorrano, nel rispetto dei rispettivi ruoli, alla soluzione dei problemi concreti, rinunciando ad usare quegli stessi problemi come pretesto per contrastare lo schieramento avverso.
La Valle d’Aosta ne ha bisogno, sia per il suo sviluppo economico e sociale, sia soprattutto per recuperare, dalla sua secolare tradizione, quella forza morale e quei valori etici di solidarietà e di attaccamento alla propria terra che il compianto Canonico Giovanni Domaine ci ha splendidamente sintetizzato nella bellissima canzone O ma verda Vallaye: «Lo Bon Dzeu, lo terroir, notra mama son la force de no valdoten!». Come cattolici, senza pretendere di dettare condizioni al mondo politico, per l’affermazione di quei valori siamo pronti a collaborare con tutti.


Roberto De Vecchi

18 aprile 2008

Sondaggio sul raddoppio del Traforo del Monte Bianco: siete favorevoli o contrari?

Siccome è da un po' che non vi sottopongo sondaggi approfitto di questi ultimi due post per chiedervi se siete d'accordo oppure no sull'ipotesi di raddoppio del Traforo del Monte Bianco. Secondo voi sono più i vantaggi o gli svantaggi? Sarebbe anche gradita qualche mail di spiegazione e non soltanto il, pur aprezzato, voto. Lascerò il sondaggio on line fino all'8 maggio.

Confindustria sostiene la necessità del raddoppio del Tunnel del Monte Bianco

«Io sostengo la necessità del raddoppio del traforo sin da subito dopo la tragedia del Monte Bianco». Giuseppe Bordon, presidente di Confindustria Valle d’Aosta rivendica la primogenitura della sponsorizzazione della soluzione a doppia canna per il Tunnel del Monte Bianco. Ipotesi ritornata prepotentemente alla ribalta del dibattito politico dopo che la Società italiana del Monte Bianco ha confermato la sua intenzione, all’analisi per ora di un legale, di impugnare la delibera che limita il passaggio dei Tir a 1600 passaggi. Per la verità già in tempi non sospetti, nel mese di febbraio, Guido Cesal, presidente dell’Union Valdôtaine, era intervenuto in aula sottolineando come sul raddoppio del traforo del Monte Bianco fosse necessario fare «un ragionamento dal punto di vista della sicurezza perché il tunnel, nonostante i sistemi all’avanguardia, è una trappola per topi». Tesi sino ad allora evocata soltanto dalla Casa delle Libertà (oggi Pdl) tanto che lo stesso Eddy Ottoz, intervenendo nella discussione sull'ipotesi di impugnazione ha subito commentato come il problema dell'inquinamento debba essere affrontato con pragmatismo. «Non si può bloccare il transito dei camion per ridurre l'inquinamento – ha precisato il consigliere - ma bisogna avere la consapevolezza che le tecnologie oggi consentono di ridurre la polluzione dei mezzi di trasporto e quindi la questione sta tutto nel consentire il transito agli automezzi meno inquinanti». Un ragionamento che trova Bordon d’accordo. «Credo che si possa intervenire con politiche tariffarie ad hoc o comunque ponendo un limite ai mezzi euro 2 e euro 3 e non agli euro 4 e euro 5. Inoltre io vorrei anche far notare come le code spesso non derivino tanto dal traffico commerciale, ma da quello turistico. Traffico la cui scorrevolezza probabilmente alla Valle d’Aosta interessa molto di più. Del resto trovo che sia innaturale avere delle autostrade a doppia corsia che improvvisamente incontrano una simile strozzatura. Ogni mese si verificano delle limitazioni al traffico. Se c’è poi un transito speciale fuori sagoma si deve chiudere il tunnel». «A mio avviso – conclude Bordon - l’attuale soluzione non è adeguata anche dal punto di vista della sicurezza. Il Bianco è un nodo nevralgico sul fronte dei trasporti e va trovata una soluzione differente dall’attuale». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 aprile 2008)

Traforo Monte Bianco: la società italiana spiega i motivi del suo ricorso contro il limite di passaggi di Tir deciso dal Consiglio regionale

Un atto dovuto. Così la Società Italiana per Azioni per il Traforo del Monte Bianco giustifica in una propria nota la decisione di rivolgersi ad uno studio legale per verificare l’eventuale sussistenza di profili di impugnabilità della delibera del Consiglio Valle che fissava in 1600 al giorno il numero massimo di tir in transito al traforo del Monte Bianco. Un atto dovuto che è piombato come un fulmine a ciel sereno sul Consiglio regionale, convocato nelle scorse settimane per una seduta fiume di sette giorni. «Fissare quel tetto – ha tuonato il Presidente della Giunta regionale Luciano Caveri - è stata per noi una logica di buon senso e invece scopriamo che oggi esiste una logica rapace e liberalizzatrice che noi ovviamente non condividiamo e che apre una luce molto chiara sulla questione eventuale del raddoppio del traforo del Monte Bianco». Logica che invece non ha sorpreso il Comitato «No ai Tir». «L’appetito vien mangiando: il Governo regionale – spiega Alexandre Glarey, Rappresentante Associazioni ambientaliste nel Comitato regionale Trasporti - aveva appena aumentato il limite dei TIR al Tunnel del Monte Bianco, ed ecco che la Società del Traforo chiede di più!». E ancora «La loro filosofia è sempre stata di guadagnare quanti più soldi possibili, sacrificando l’ambiente, la salute e la sicurezza dei cittadini al profitto. Del resto, è questa la logica che ha portato alla tragedia del 1999. Lo strumentale richiamo al “bau - bau” centralista è ridicolo: la società è infatti una SpA, che ha come fine il profitto e per questo è partecipata da imprenditori privati come la Società autostrade per l’Italia». Accuse, ovviamente, respinte al mittente dalla SITMB che ha ribadito di accettare e condividere pienamente i principi dello sviluppo sostenibile «tanto è vero – hanno scritto i vertici aziendali in una nota - che la società ha da tempo provveduto a installare sulla rampa di accesso al Traforo una centralina di monitoraggio della qualità dell’aria, affidata in gestione all’ARPA, al fine di consentire la verifica degli effetti connessi al traffico internazionale». «A ciò si aggiungano – si legge ancora - il divieto di transito ai veicoli pesanti di categoria Euro 0, notoriamente i più inquinanti, e la penalizzazione al transito degli Euro 1, ottenuta mediante un sovrapprezzo tariffario che ha permesso di ridurne drasticamente il numero e che permetterà quanto prima, in base a decisioni già assunte dalla Società, di giungere alla formalizzazione del divieto di transito anche a tale categoria di veicoli. Altre misure tariffarie, incentivanti per i veicoli di categoria Euro 4 e 5, sono attualmente allo studio». La società insiste e sottolinea come la prova dell’efficacia di tali misure, dal punto di vista ambientale, sarebbe data dalle stesse rilevazioni della qualità dell’aria eseguite dall’ARPA, che non evidenziano superamenti delle soglie di tolleranza al di là dei limiti stabiliti dalla normativa comunitaria. In merito al tetto poi la società fa sapere che gli stessi studi affidati dalla Regione Valle d’Aosta a società specializzate, al fine di individuare i volumi di traffico compatibili con la salvaguardia dell’ambiente, hanno evidenziato ampi margini di flessibilità (da 1500 a 2000 transiti medi giornalieri di veicoli pesanti), tenendo nel dovuto conto l’evoluzione dei dispositivi antinquinamento di cui sono dotati i veicoli di più recente costruzione. «A fronte di tali dati, - conclude la nota - il limite di 1600 transiti di veicoli pesanti fissati dalla delibera regionale appare sostanzialmente arbitrario, soprattutto se assunto in modo rigido e non inteso come un limite dinamico, suscettibile di variazioni in funzione dei futuri accertamenti relativi alla qualità – e non solo alla quantità – dei veicoli in transito internazionale». Un ragionamento complesso in base al quale la delibera in oggetto verrebbe ad assumere, secondo il Cda, i connotati del «fatto pregiudizievole» per la Società concessionaria del Traforo, fatto che – ai sensi dell’art. 2392 del Codice Civile – coinvolge la responsabilità degli Amministratori qualora non agiscano per «impedirne il compimento e eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose». E il traffico? Se si guarda soltanto ai dati dei primi tre mesi del 2008 spicca un mese di febbraio con 1870 passaggi al giorno, anche se il confronto tra il 2007 e il 2006 per quanto riguarda il traffico pesante fa registrare per la prima volta nell’ultimo quinquennio una leggera diminuzione. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 16 aprile 2008)

17 aprile 2008

Cresce il peso delle Banche di Credito Cooperativo in Valle d'Aosta

Cresce il peso degli istituti di credito regionali in Valle d’Aosta. Nel corso del 2007 la raccolta complessiva delle due banche di credito cooperativo regionali (Valdostana e Fénis, Nus e Saint-Marcel) ha toccato quota 646,413 milioni (contro i 618,560 del 2006), mentre gli impieghi per la prima volta hanno intravisto quota 300: 287,420 rispetto ai 258.892 del 2006. Tra i due istituti, dopo un biennio di rapporti meno intensi, si è riaperto il dialogo sull’ipotesi di fusione, anche se per ora la cautela dei rispettivi Consigli di amministrazione spinge a confermare semplicemente l’avvio di un canale di confronto sul tema. Un’ipotesi di lavoro senza per ora l’individuazione di tempistiche precise, anche se è inutile nascondere come il nuovo scenario creditizio nazionale tratteggiato dalla definitiva applicazione dell’accordo di Basilea 2 sta costringendo le banche ad elevare i propri standard operativi, puntando su masse critiche più importanti. I bilanci di entrambi gli istituti, proprio in questi giorni all’esame dei rispettivi Cda, fanno comunque registrare buone performance. La Bcc Valdostana nell’ultimo quinquennio ha quadruplicato gli utili passando dagli 816.000 euro del 2003 ai 3.416.501 del 2007 (+5% rispetto al 2006). «La settimana scorsa – spiega il Presidente del Cda della Bcc Martino Cossard abbiamo approvato un bilancio, che verrà presentato a maggio in occasione dell’Assemblea degli azionisti – dove oltre al buon risultato dell’utile netto va evidenziata la crescita del 14,8% del patrimonio di vigilanza, passato da 26,48 a 32,29 milioni. Inoltre rispetto all’anno precedente abbiamo ridotto la sofferenza netta che è passata dal 2,8% all’1,4%».
La raccolta (diretta e indiretta) per la prima volta ha sfondato il muro dei 500 milioni (vedi tabella), mentre gli impieghi hanno superato con maggior convinzione la soglia dei 200, passando dai 208,706 del 2006 ai 227,92 del 2007 (+9,21%). Gli indici di redditività mostrano un miglioramento nel rapporto tra costi operativi e margini di interesse (dall’88,47% all’83,42%); tra le spese del personale e i margini di intermediazione (dal 46% al 39,22%); una sostanziale stabilità nel rapporto tra costi operativi e margini di intermediazione (dal 71% al 70,6%) e una leggera diminuzione (dal 16,38% al 14,81%) per quanto riguarda il ROE, cioè il rapporto tra utile netto e patrimonio netto, in virtù del forte aumento di quest’ultimo. Insomma un 2007 positivo (anche i soci sono aumentati passando da 4.340 a 4.483) nonostante lo stop inflitto alla Bcc da Banca d’Italia nella sua espansione nell’Alto Canavese che nei piani di Cossard doveva supplire alla momentanea impasse di circa un anno fa nel processo di fusione con la Fènis. «Noi – osserva Cossard – in quell’area continuiamo ad operare anche senza uno sportello fisso in quanto vogliamo dimostrare a Banca d’Italia che riusciamo comunque ad essere una presenza significativa sul territorio». Sul processo di fusione Cossard non si sbilancia. Si capisce che l’interesse è rimasto inalterato e che rispetto ad un anno fa l’argomento è tornato in agenda.
2007 confortante anche per la Bcc Fénis, Nus e Saint-Marcel (presieduta da Ruggero Balduzzi) che dopo un 2006 pieno di difficoltà ha ripreso la strada della crescita come dimostra il bilancio presentato la scorsa settimana al cda dell’istituto di credito che opera sul territorio della Media Valle d’Aosta. Nel 2007 la raccolta ha toccato quota 142,426 (133,56 nel 2006) e gli impieghi si sono attestati su 59,5 (50,186 l’anno precedente). In entrambi i casi, tabelle alla mano, i risultati migliori dell’ultimo quinquennio. «Chiuderemo il bilancio, presentato la scorsa settimana al Cda della Fénis - precisa il direttore Maurizio Visiolicon un utile di 222.000 euro facendo registrare una crescita del 125% rispetto all’anno precedente. Inoltre tutti gli indicatori economici segnano un trend positivo: cresce il margine operativo lordo (+18,03%), diminuiscono i costi operativi (-11,07%) e la clientela è aumentata del 7%».
Il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione è passato da 0,98 a 0,75. «Un miglioramento del 25 per cento assolutamente necessario e frutto di un lavoro attento di tutto lo staff dell’istituto - sottolinea Visioli –. E ora per il 2008 il nostro obiettivo è lo 0,60. Del resto i primi dati di quest’anno sono confortanti. Il margine d’interesse del prime mese di gennaio è cresciuto del 36%. Si tratta ora di proseguire sulla via del risanamento. Il nostro lavoro non è ancora terminato ma, per lo meno, la strada è stata imboccata e il tragitto da percorrere tracciato». (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 2 aprile)

16 aprile 2008

Digival lancerà una piattaforma per il commercio elettronico «Microsoft Certified»

«Siamo nati con il web e continuiamo a crescere con lui». Valerio Falcicchio, ad della Digival, azienda nata nel 2000 e ospitata dal 2004 nell’incubatore di impresa di Aosta, in via Lavoratori valdostani del Col du Mont 24, sintetizza così la dinamicità dell’azienda che in questi ultimi mesi è riuscita ad espandere il suo portafoglio clienti anche al di fuori dei confini regionali. Core business dell’azienda la progettazione e realizzazione di siti internet (statici, dinamici ed in flash), di piattaforme per il commercio elettronico, opere multimediali su cdrom e dvd, elaborazione audio e video, studio e realizzazione di progetti grafici per la stampa, modellazione in tre dimensioni e rendering fotorealistici, programmazione di software personalizzati per la gestione aziendale e registrazione avanzata con ranking garantito nei principali motori di ricerca italiani ed esteri. «In Piemonte e Liguria – spiega Falcicchio – stiamo acquisendo clientela interessata alla realizzazione di siti aziendali per il commercio elettronico oppure di portali turistici per la prenotazione alberghiera on line, settori di mercato dove la nostra competenza è da tempo nota. In particolare nel settore del commercio on line al primo anno di utilizzo delle nostre piattaforme diverse aziende hanno da subito fatto registrare fatturati di oltre 100mila euro». Così il giovane imprenditore spiega la filosofia della società. «Vorremmo instaurare con i nostri clienti un rapporto più continuativo. Non soltanto la realizzazione di un sito, ma offrirgli tutto quello che permette a questo sito di essere visibile e continuamente aggiornato. Le parole chiave su cui si basano tutti i nostri lavori sono “alta qualità" e "semplicità di utilizzo". Grazie alla continua ricerca in ambito grafico e tecnico e alla meticolosa analisi di soluzioni sempre all'avanguardia, garantiamo la massima usabilità, compatibilità e professionalità di tutti i nostri prodotti e servizi. Anche perché internet ti permette di essere visto da tutto il mondo, ma sei anche in competizione con tutto il mondo». In Valle d’Aosta uno degli ultimi lavori della web-agency (260 mila euro di fatturato nel corso del 2007 con un utile di esercizio di circa 60mila) è stato il rifacimento, in collaborazione con Netbe, del sito della Camera di Commercio. «Noi in particolare – spiega Falcicchio - ci siamo occupati dell’usabilità del sito, mentre Netbe delle infrastrutture e della gestione dei contenuti». Ora lo staff sta portando a termine un nuovo progetto particolarmente innovativo. «Intendiamo realizzare una piattaforma per il commercio elettronico che sappia reagire alle esigenze del cliente. – conclude Falcicchio - In pratica con la nuova piattaforma vogliamo fornire un sistema integrato in grado di reagire autonomamente alle azioni compiute dai potenziali clienti che visitano, si registrano, interagiscono sui nostri sistemi per procedere ad una profilazione dettagliata che permetta al sistema di gestire autonomamente tutte quelle azioni di marketing che favoriscono la buona riuscita di ogni azione di prevendita, vendita e postvendita». In vista della nuova piattaforma Digival ha siglato un accordo «Microsoft Empower Program for Isv» in modo da farla certificare con «veritest» e quindi diventare «Microsoft Certified Partners». Inutile dire che le aspirazioni di mercato sono mondiali. (Pubblicato sul Corriere della Valle del 10 aprile 2008)

15 aprile 2008

Elezioni politiche in Valle d'Aosta: la cronaca della giornata elettorale

Vi propongo un'anticipazione di quanto troverete sul Corriere della Valle di questa settimana, in edicola a partire da venerdì. Un Corriere ampiamente dedicato alla tornata elettorale con servizi, interviste, fotografie e, ovviamente, tutti i risultati comune per comune.

Roberto Nicco (Alleanza Autonomista Progressista) e Antonio Fosson (Vallée d’Aoste) sono i due nuovi parlamentari della Valle d’Aosta. Il primo, candidato alla Camera, ha vinto di misura con 29.311 voti (39,12%) contro i 28.439 (37,84%) di Ego Perron in un testa a testa davvero appassionante fino agli ultimi venti seggi quando Nicco ha dimostrato di avere ancora fiato per correre la sua corsa fino in fondo e ampliare il suo vantaggio. Il secondo si è aggiudicato la sfida più agevolmente con 29.186 voti (41,39%) contro i 26.375 (37,4%) del senatore uscente Carlo Perrin. Poco meno di tremila voti che hanno permesso al neoeletto senatore di fare una corsa in scioltezza, perdendo la sfida soltanto di una manciata di voti (7.103 contro 7.512) perfino nel capoluogo regionale, da sempre più ostico alle forze regionaliste. Nel 2006 il senatore uscente Augusto Rollandin aveva raccolto soltanto 5.402 suffragi (26,6%) contro i 9.121 (44,9%) di Perrin. Un gap ad Aosta quasi annullato che unito alla riconquista di numerosi comuni, nel 2006 appannaggio del Galletto, ha reso la strada di Fosson meno accidentata. Operazione non riuscita invece a Perron che nel capoluogo ha accusato un distacco di quasi duemila voti (8.396 contro 6.470), determinanti per il risultato finale.

Gli altri schieramenti
Rispetto al 2006 lo scenario degli altri sfidanti si è semplificato. Da otto liste in gara si è passati a cinque. Il Popolo delle Libertà alla Camera e al Senato ha fatto registrare score percentuali e assoluti leggermente migliori rispetto al 2006: Giuseppe Gambardella ha raccolto 13.877 suffragi (18,52%) contro i 13.374 di Massimo Lattanzi (17,0%) e Cleto Benin ha toccato quota 12.166 (17,25%) contro gli 11.505 (15,6%) di Luigi Magnani. La Lega Nord al Senato con Sergio Ferrero ha sfiorato il 3% (2.081 voti contro i 1.573 del 2006) e alla Camera con Patrizio Giovannacci ha fatto ancora meglio arrivando al 3,1% (2322 suffragi contro i 1566 dell’ultima tornata elettorale). Un risultato generato esclusivamente dalla presenza del simbolo visto che i due candidati hanno fatto pochissima campagna elettorale sul territorio regionale. Nessuna sorpresa per il risultato di Azione Sociale con Alessandra Mussolini: Marinella Monza al Senato ha raccolto soltanto 712 voti (1,01%) e Giancarlo Borluzzi alla Camera 1066 (1,42%). Nel 2006 la lista era arrivata al 2% con una candidatura di eccezione come quella di Alessandra Mussolini.

Il clima in sala stampa
I primi risultati del senato fanno pensare ad un film a parti invertite rispetto al 2006. Fosson vince un po’ dappertutto con convinzione. Recupera alcuni comuni che nel 2006 avevano improvvisamente cambiato casacca e dove Perrin mantiene il punto riduce il distacco. L’impressione è che Aosta potrebbe diventare decisiva. In realtà già all’ottantunesima sezione scrutinata il risultato appare delineato. Fosson ha sino ad allora il 43,5% dei voti contro il 36%, la forbice appare ormai incolmabile. Inoltre le prime sezioni di Aosta che compaiono sui teleschermi confermano che il trend di Perrin nel capoluogo regionale non è assolutamente quello del 2006. Nel frattempo arrivano i primi risultati della Camera. Fino alla sezione 50 il trend appare simile a quello di Fosson, addirittura alcuni risultati farebbero pensare ad un successo più rotondo. Interpellato per un primo commento Rudi Marguerettaz, coordinatore regionale di Stella Alpina, preferisce attendere che il risultato di Perron si comprenda meglio. E non è soltanto per scaramanzia. Le prime sezioni di Aosta fanno presagire un cambio di marcia. Di lì a poco inizia un testa a testa impressionante. Poco dopo le 19 Nicco è ancora in testa per una manciata di voti. 17.835 contro 17.799. Da quel momento in poi il distacco lentamente si allarga. Intanto in sala stampa è arrivato anche Fosson per le interviste di rito. Il suo arrivo in solitaria fa pensare più d’uno che il risultato di Perron possa essere compromesso. Si sa il siège solitamente batte quasi sempre la sala stampa sul tempo. Fosson non conferma e invita a tenere gli occhi sui teleschermi dove il gap tra i due sfidanti appare ancora colmabile. A distanza di mezz’ora arriva anche Guido Cesal, il presidente dell’Union. Conferma. Perron dovrebbe perdere di circa 600-700 voti. Si sbaglierà di poco. L’incrocio è fatto. Una soluzione che non piace affatto al presidente dell’Uv. «E’ la soluzione peggiore. Si ritorna ai tempi di Pierre Fosson e Ruggero Millet, per noi una delle legislature peggiori – commenta a caldo –. Dovremmo riflettere a lungo sul significato di questo voto. Di positivo c’è che è stata chiaramente battuta la dissidenza autonomista che oggi ha portato acqua al mulino della sinistra, l’altra vincitrice di questa tornata elettorale insieme all’Union». Analisi ovviamente non condivisa da Elio Riccarand, coordinatore regionale dell’Arcobaleno per il quale il progetto dell’alleanza autonomista progressista ha comunque raggiunto un risultato importante. «Va valorizzato il lavoro fatto e si deve proseguire con l’alleanza in vista delle regionali lavorando su un programma comune» conclude Riccarand. In sala stampa anche il Presidente della Giunta Luciano Caveri che sceglie un profilo di «compostezza istituzionale». Concede l’onore delle armi a Carlo Perrin, si dice vicino a Perron, fa gli auguri a Nicco e abbraccia idealmente Fosson «sicuro che sarà un grande Senatore della Valle d’Aosta».

I candidati
In sala stampa dalle prime ore ci sono Sergio Ferrero e Patrizio Giovannacci della Lega Nord. Non si vedranno invece né Borluzzi e Monza di Azione Sociale (assenze già note per motivi personali) né Gambardella e Benin del Pdl. Poi, quando è ormai certa la sconfitta, si presenterà Carlo Perrin. Seguito da Antonio Fosson che si presta alle interviste di rito. Più tardi anche Ego Perron si presenterà ai giornalisti. «Sono convinto di aver fatto il mio dovere fino in fondo – spiegherà – ho comunque recuperato diecimila voti. Guardando ai risultati credo che qualcuno a metà campagna si sia convinto di aver già vinto e si è messo a pensare alle regionali. Comunque non ho nulla da rimproverarmi. Sono a disposizione dell’Union Valdôtaine e della coalizione». Infine Roberto Nicco. Il riconfermato deputato con una battuta accenna «alle larghe intese fatte dai valdostani» riferendosi al voto incrociato. Un commento che però si rivela anche una possibile lettura politica visto che lo stesso Nicco non manca di sottolineare come «nei due programmi elettorali dell'Alleanza autonomista progressista e del centro autonomista ci sono punti comuni che ci consentiranno di lavorare insieme, come il principio dell'intesa, la richiesta di un parlamentare europeo per la Valle d'Aosta e la legge sulla montagna». La stretta di mano tra senatore e deputato sarà il preludio di un lavoro comune? Di certo per entrambi la legislatura non sarà semplice visto che il loro voto non è più determinante né alla Camera né al Senato.

14 aprile 2008

Nicco-Fosson: avviata la coabitazione

Ormai la notizia è di dominio pubblico. Roberto Nicco alla Camera e Antonio Fosson al Senato sono i nuovi parlamentari valdostani. Dopo oltre vent'anni (allora toccò all'abbinata Pierre Fosson e Ruggero Millet) si ripropone l'inedito scenario con Fosson e Nicco. Come più d'uno ha commentato in sala stampa le «larghe intese le hanno fatte i valdostani». Per il Presidente dell'Union Guido Cesal è un risultato su cui ci sarà molto da riflettere all'interno del movimento. Fosson e Nicco con molto fair-play si sono stretti la mano in sala stampa. La coabitazione è appena cominciata e in un parlamento dove il voto valdostano, sia alla Camera sia al Senato, non è così determinante come un tempo ci sarà parecchio da lavorare.

Nicco sempre in testa

Rettifico. Dopo 105 sezioni Nicco dimostra di non avere nessuna intenzione di cedere ed è avanti di una manciata di voti: 17.835 contro 17.799. Incredibile. Un risultato che mi sorprende, non tanto per il valore del candidato, quanto perchè i valdostani non amano molto incrociare il voto. Si va verso una gran finale.

Fosson-Perron verso Roma?

Il trend alla Camera non appare molto differente. L'abbinata Fosson-Perron appare proiettata verso Roma. Probabilmente intorno alle 20 ci sarà la conferma degli eletti. Nel frattempo molti sguardi in sala stampa si orientano verso le infografiche nazionali per comprendere i nuovi scenari. Pdl e Lega Nord appaiono destinate al governo del paese. Disfatta della Sinistra Arcobaleno. Al senato in 136 sezioni su 150 i voti di distacco sono 3000.

Fosson-Perrin: il margine comincia ad allargarsi in maniera incolmabile

Il vantaggio di Fosson su Perrin comincia davvero ad essere significativo. Oltre 2000 voti sono davvero tanti. La rimonta di Perrin ad Aosta mi appare a questo punto davvero difficile, anche perchè anche nel capoluogo Fosson sta facendo registrare un'ottima performance. Per rispetto dei contendenti non mi spingo oltre nel trarre le mie inevitabili conclusioni.

Il galletto rincorre il Leone: aspettiamo i vostri commenti

La grande kermesse è partita. Dai primi risultati giunti in sala stampa il Galletto nei paesi sembra essere destinato a rincorrere il Leone. Il risultato di Fénis poi (l'attuale sindaco è candidato di Renouveau alle Regionali) non è di buon auspicio. Potrei sbagliarmi ma saranno i voti di scarto di Aosta a decidere questa tornata elettorale. Fatemi sapere le vostre prime impressioni. Mi interessano anche i commenti sui risultati nei paesi.

ElezioniVda: La Valle d'Aosta al voto

Per chi volesse seguire lo spoglio dei voti completamente on line oltre al sito di Aostasera segnalo anche il blog di Daniele Mammoliti, nato ad hoc per seguire l'odierna tornata elettorale. In particolare trovate una interessante selezione dei link della politica regionale. Un benvenuto a Daniele tra chi cerca di fare informazione e offrire occasioni di riflessione on line.

Elezioni politiche in Valle d'Aosta 6 - : dite cosa ne pensate

Sono oltre 100 mila i valdostani chiamati a votare. Oggi alle 15 si chiuderanno le operazioni di voto e si darà il via allo spoglio. Come ho già anticipato sul Corriere della Valle della scorsa settimana la redazione del Corriere sarà in sala stampa per poter raccontare nel migliore dei modi l'evento elettorale. In attesa che il settimanale arrivi giovedì nelle case degli abbonati e venerdì in edicola (con l'unica eccezione del chiosco di Piazza Chanoux che già intorno alle 9 di giovedì ha già il suo Corriere della Valle fresco di giornata) dopo le 15 di oggi potete scrivermi al blog (cliccando più in basso su commenti) le vostre impressioni, analisi, domande sulla tornata elettorale. I post più interessanti troveranno spazio anche sul numero in edicola. Come spunto per la riflessione vi propongo il mio editoriale sulle elezioni pubblicato sul Corriere la scorsa settimana.

Un confronto serio sui problemi della comunità valdostana
In «II lavoro intellettuale come professione» il sociolo­go e filosofo tedesco Max Weber definisce la lungimi­ranza come «la capacità di lasciare che la realtà operi su di noi con calma e raccoglimento interiore». Afferma­zione che rilancia l'impegnativa e coinvolgente questio­ne di una possibile «spiritualità politica» cristiana e/o laica. Paolo Bustaffa, direttore del Sir, utilizza questa ci­tazione, in un suo recente editoriale, per richiamare il filo della responsabilità che attraversa e va oltre il tem­po che precede il voto. Da una parte la responsabilità di chi si candida a guidare politicamente un Paese, dal­l'altra la responsabilità di chi deve decidere a quale po­litico affidare il governo dello stesso Paese. Per entram­bi il luogo della lungimiranza, il luogo in cui «dialogare sui destini dell'uomo», è prima di tutto la coscienza da cui parte e ritorna la passione per la verità. Tutto que­sto per dire quanto sia importante il voto di Domenica e Lunedì e quanto sia importante quando il popolo è chiamato a scegliere e i candidati a farsi scegliere. Anche se in Ita­lia le ricorrenze elettorali talvolta si rincorrono un po' troppo e di certo lasciano poco spazio alla riflessione. E così per noi valdostani l'appuntamento del 13 e 14 aprile è il primo balzo del salto triplo che ci porterà ad una nuova maggioranza regionale, dopo il 25 maggio. Rispetto al 2006 lo scenario si è leggermente modifica­to. Dalle coalizioni si è passati a progetti di partito più nella logica del bipolarismo europeo, anche se soltan­to dopo l'esito elettorale si potrà realmente capire se si tratta di concreti progetti- politici o di operazioni di facciata. E in cui dovrà rileggersi l'identità dei parla­mentari valdostani chiunque essi siano. Rispetto a due anni fa il panorama politico regionale appare meno magmatico. Il governo regionale ha portato avanti il suo lavoro per un biennio in una relativa stabilità dopo lo scossone delle politiche che aveva consegnato una significativa maggioranza agli attuali parlamentari uscenti. Rispetto a due anni fa rimane però attuale l'auspicio, già espresso da Roberto De Vecchi in un editoriale sul Corriere della Valle, cioè che «l'elezione del deputato e del senatore della Valle d'Aosta in un unico collegio, preziosa garanzia per la rappresentati­vità della Valle d'Aosta, deve anche essere l'occasione per la ripresa di un confronto serio sui problemi della comunità valdostana: dal lavoro alla famiglia, dai gio­vani alla vasta area del disagio, specialmente. quello gravissimo dei malati mentali, dall'uso corretto del ter­ritorio alla trasparenza della pubblica amministrazio­ne, favorendo il confronto con la società civile e in collegamento costante tra amministrazione regionale e parlamentari valdostani». E rimane attuale l'invito ad andare a votare, a vincere una certa disaffezione verso la politica, palpabile, che di certo non aiuta a trovare la cura di un sistema partitico talvolta troppo lontano dai veri problemi della gente.

Fabrizio Favre

13 aprile 2008

Termovalorizzatore in Valle d'Aosta: perchè sì (2)

Prosegue l'intervista (la prima parte è stata pubblicata nel post precedente) all'Assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche Albert Cerise sulle motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale a sostenere l'ipotesi del termovalorizzatore.

La preoccupazione maggiore di molti è la sostenibilità ambientale del progetto. Cosa dice in merito lo studio?
Dal punto di vista degli impatti, dallo Studio comparativo e dagli studi di approfondimento, emerge sinteticamente quanto segue:

a) per quanto concerne gli impatti ambientali, sulla base del confronto fra i due scenari attraverso la tecnica del ciclo di vita LCA (Life Cycle Assessment), emerge quanto segue:
- L’indicatore di riscaldamento globale (effetto serra), è sostanzialmente uguale per entrambi gli scenari;
- La soluzione alternativa basata sulla realizzazione del termovalorizzatore in Valle d’Aosta risulta invece nettamente più vantaggiosa rispetto alla soluzione di Piano per tutti e tre i restanti indicatori (acidificazione, formazione fotochimica di ozono e tossicità umana): la compensazione della tossicità umana in particolare, operata dalla soluzione alternativa, è superiore di ben quattro volte rispetto a quella della soluzione di Piano.

b) per quanto concerne gli impatti igienico-sanitari: Sulla base delle conclusioni riportate nel documento specifico emerge che sia l’accumulo al suolo dei principali microinquinanti persistenti derivanti dalla presenza dell’impianto di termovalorizzazione, sia l’ingresso nella catena alimentare, assumono valori frazionari rispetto ai valori massimi ammessi dalla vigente legislazione ovvero rispetto ai valori attualmente permessi negli alimenti (carne e uova). Lo studio conclude pertanto che si può ragionevolmente ritenere che l’eventuale attivazione dell’impianto di termovalorizzazione non determinerà un incremento significativo dell’esposizione della popolazione ai microinquinanti presi in considerazione.
E’ stata, altresì, valutata la compensazione ambientale derivante dalla presenza dell’impianto di termovalorizzazione la cui ubicazione è prevista in prossimità della città di Aosta. Dal punto di vista della cogenerazione tale ubicazione è favorevole in quanto vi è la possibilità di intercettare un numero di utenti importante per l’erogazione di calore in teleriscaldamento in sostituzione delle centrali termiche attualmente utilizzate dagli utenti. In questo caso gli impatti evitati corrispondono in modo univoco con quelli degli impianti effettivamente sostituiti. Nella stesura di un bilancio ambientale i due termini citati di impatto evitato rappresentano una compensazione del carico introdotto dal termovalorizzatore.
La collocazione dell’impianto sul sito di Brissogne ottimizza tale compensazione (a livello locale).
Da elaborazioni effettuate si è stimato che grazie al recupero energetico realizzabile con l’impianto di termovalorizzazione sarà possibile, in un anno, fornire calore a circa 5.000 appartamenti, sostituendo quindi una quota parte dell’energia termica prodotta dagli impianti termici civili presenti ed eliminando quindi i relativi impatti.
In particolare per ciò che riguarda le emissioni di polveri sottili e di ossidi di azoto, poiché da elaborazioni effettuate è emerso che il quantitativo prodotto ed emanato dagli impianti termici civili è molto superiore rispetto allo stesso emanato dagli impianti di termovalorizzazione è possibile ottenere a livello locale una riduzione di tali concentrazioni inquinanti.

Ci descriva i numeri dell’operazione: costi, tempistiche, tonnellate bruciate, energia prodotta...
All’impianto di termovalorizzazione saranno destinati circa 83.471 t/a di rifiuti, corrispondenti a una potenzialità di 250 t/g, così suddivisi:
· Rifiuti effettivamente prodotti a fine 2012 (anno assunto a riferimento per l’avvio del nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti): 48.671 t/a, corrispondenti ad una potenzialità di 136 t/g, costituiti più dettagliatamente da:
· Rifiuti indifferenziati (RU + assimilabili): 45.223 t/a, corrispondenti ad una potenzialità di 120 t/g;
· Fanghi essiccati: 2.844 t/a corrispondenti ad una potenzialità di 9 t/g;
· Farmaci + rifiuti sanitari + carogne animali: 603 t/a, corrispondenti ad una potenzialità di 2 t/g.
· Rifiuti derivanti dall’attività di bonifica delle discariche di Brissogne: 34.800 t/a, corrispondenti ad una potenzialità di 104 t/g.
Le caratteristiche tecniche di un impianto di termovalorizzazione, individuato ai fini dello studio in un forno a griglia, idoneo a soddisfare le necessità della Regione sono:
- N° linee 1 linea
- Carico termico 32 MW +/- 20%
- Portata Nominale giornaliera 250 ton/giorno
- n° ore di funzionamento annue 8.000 h/a
- Energia elettrica cedibile ca. 55.000 MWh/anno


Qual è la durata dell’attuale discarica. Entro quanto tempo si dovrebbe realizzare il termovalorizzatore o comunque una soluzione alternativa?
Con la prossima realizzazione del IV lotto di discarica controllata, l’autonomia di smaltimento è di circa sei anni. Il nuovo sistema di trattamento e smaltimento finale, qualunque sia la scelta che il Consiglio regionale formulerà, dovrà essere assolutamente operativo entro la fine del 2012.
Quale sarà l’impatto sulle tariffe della nuova struttura: il costo all’utente in generale dovrebbe crescere. Voi avete ipotizzato che la vendita di energia possa abbattere le tariffe applicate agli utenti. E’ un’ipotesi fatta sulla base di quali dati? E l’abbattimento permetterà il mantenimento delle tariffe attuali con leggeri scostamenti?
Lo studio predisposto dalla Regione affronta in modo approfondito le problematiche legate all’adeguamento delle tariffe che dovranno essere praticate agli utenti finali. Nella tabella seguente sono riportati i valori economici emersi dal confronto effettuato su i due scenari assunti a riferimento. Tutte le valutazioni tengono già conto degli introiti che deriveranno dalla vendita dell’energia prodotta.
In ogni caso non sarà possibile l’applicazione di tariffe come quelle attuale. Ciò in quanto i sistemi di trattamento e smaltimento che in ogni caso saranno realizzati sono più complesse rispetto a quello attuale che si basa sulla sola discarica.
Tabella riepilogativa dei costi di smaltimento

Costo unitario (€/t)
A – Configurazione attuale (che si basa sulla presenza della sola discarica per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati): 77,00


B – Configurazione di pianificazione prevista dal vigente Piano regionale (approvato nel 2003) che non prevede la realizzazione di un termovalorizzatore in Valle d’Aosta: 132,00


C – Configurazione alternativa, che prevede la realizzazione di un termovalorizzatore in Valle d’Aosta, senza i costi di bonifica delle discariche di Brissogne: 106,00


C1 – Configurazione alternativa, che prevede la realizzazione di un termovalorizzatore in Valle d’Aosta, con i costi di bonifica delle discariche di Brissogne: 150,00
 

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