28 novembre 2010

Bilancio, Federalismo Fiscale e Manovra Finanziaria: Proviamo a Ricapitolare

In zona Cesarini la Valle d’Aosta ha siglato un accordo col Governo per il coordinamento della finanza pubblica. Approvata la bozza il 5 novembre in Giunta insieme al nuovo Bilancio (che prudenzialmente già ne tiene conto) l’11 novembre il Presidente Augusto Rollandin, incalzato dalla crisi, è a Roma per firmare l'accordo, accolto oltre che dal ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, dai ministri Umberto Bossi e Roberto Maroni. Un’accoglienza tutta leghista che indubbiamente, come commenta il Presidente, forse con un po’ di imbarazzo, vuole indicare un interesse verso la regione. Il testo modifica così la legge del 26 novembre 1981, n.690 in materia di «Revisione dell’ordinamento finanziario della regione Valle d’Aosta» ed entra nella manovra finanziaria attraverso l’articolo 11 «Rapporti finanziari con la Regione Valle d’Aosta». La palla è poi passata alla Commissione Paritetica Stato-Valle d'Aosta che lunedì 22 novembre ha approvato lo schema di decreto legislativo che recepisce l'intesa fra Regione e Governo sul nuovo ordinamento finanziario regionale, tenendo conto del testo già approvato dalla Camera nella legge di stabilità. Ad annunciarlo sono stati i rappresentanti di parte regionale, Adolfo Angeletti, Renato Barbagallo e Luciano Caveri. «Siamo lieti – ha detto Caveri a nome anche dei colleghi - che si sia, alla fine, votato lo schema, che andrà al parere del Consiglio dopo il sì definitivo del Senato alla legge di Stabilità, previsto tra qualche giorno. Ciò consentirà di tenere la tabella di marcia e avere la norma d'attuazione nei tempi previsti dall'accordo».

Che cosa prevede l’accordo?
A fronte dell’impegno all’eliminazione progressiva della somma sostitutiva dell’Iva da importazione - dai 239 milioni del 2011 ai 332 del 2017 (vedi tabella) -unitamente al farsi carico da parte della Regione delle nuove spese di funzionamento per i servizi ferroviari di interesse locale pari a 23 milioni, lo Stato attribuisce alla Regione l’intero gettito delle imposte erariali sul reddito e sul patrimonio nonché delle imposte sostitutive. In pratica l’imposta sul reddito delle persone fisiche, sul reddito delle società, sulle successioni e donazioni e le ritenute su interessi e redditi da capitale, quelle d’acconto sui dividendi e quelle sui premi e sulle vincite. La riduzione di capacità di spesa della Regione e il contemporaneo effetto positivo sul saldo netto dello Stato va così dai 104,5 milioni del 2011 ai 211,5 del 2017 (vedi tabella). Sono poi attribuite alla regione Valle d’Aosta i nove decimi dell’imposta di registro, dell’imposta di bollo, delle imposte ipotecarie e delle tasse sulle concessioni governative, l’intero gettito dell’accisa sull’energia elettrica e i 9/10 delle accise sugli spiriti e sulla birra.

La soddisfazione di Giunta e Pdl
Giudizio ovviamente positivo da parte dell’amministrazione regionale. «La gradualità dell'applicazione dei tagli – osserva Rollandin - consentira un risparmio di risorse per la Regione di 395 milioni d euro. Rispetto agli altri accordi sottoscritti dalle Regioni e Province autonome si tratta di una formula unica, una dilazione che abbiamo ottenuto considerando il fatto che potevamo vantare un credito nei confronti dello Stato del cosìddetto tesoretto di più di 300 milioni di euro». Sulla stessa lunghezza d’onda l’Assessore al Bilancio Claudio Lavoyer. «La grande novità è che se prima sull’iva da importazione pendeva una spada di Damocle continua ora ci troviamo di fronte a risorse certe che non potranno essere modificate in maniera unilaterale. Inoltre certe entrate potrebbero far registrare risultati migliori rispetto alle stime fatte su anni di certo non brillanti». Soddisfazione anche in casa Pdl. «Nella consapevolezza che, in ottemperanza agli obblighi comunitari e alle norme sul federalismo fiscale, si dovessero attuare una serie di misure, quali la partecipazione al fondo di perequazione e solidarietà, la soppressione dell'IVA da importazione, il ridimensionamento dei costi - ha dichiarato il Presidente della I Commissione, Alberto Zucchi (PdL) -, giudichiamo estremamente positivo questo accordo, che è il frutto di un dialogo costruttivo con il Presidente Berlusconi, che già dal mese di settembre aveva assunto una serie di impegni nei confronti della Valle d'Aosta. Un accordo che è stato modulato su interventi riferiti a più esercizi finanziari e che ha tenuto conto di quelli che erano i legittimi crediti preesistenti della Regione riconosciuti dallo Stato».

Le critiche all'accordo
Pd e Alpe non ci stanno. «Anche se attutiti, i tagli previsti dall'applicazione del federalismo fiscale rimangono molto significativi in una realtà piccola e di montagna come la Valle d'Aosta - ha affermato il Consigliere del Partito Democratico, Raimondo Donzel - e la soppressione della somma sostitutiva dell'imposta dell'IVA da importazione registra un altro passo indietro della specialità della nostra Regione, dopo la perdita dei buoni di benzina». Ma è dall’Alpe che arriva l’attacco più duro con un lungo documento, un j’accuse in piena regola fin dal titolo: «Un bilancio di svolta (mancata)». «Se per ragioni di pura convenienza politica - si legge nel documento - si cerca di presentare questo risultato come un ‘male minore’ (rispetto ad un possibile taglio che la stessa Giunta prospettava poche settimane fa nella misura di 300 milioni di euro, e che di fatto sarà di tale entità dopo il 2018), non possiamo tacere il fatto che la Valle d’Aosta sarà la più seriamente penalizzata fra le regioni a Statuto speciale, con un sacrificio che ci vedrà perdere già per il prossimo anno l’8% dell’intero bilancio regionale (contro una perdita di solo 1,09% per Bolzano e 1,08% per Trento). Il sacrificio che si sono accollate le province autonome di Trento e Bolzano appare così, alla luce di un’analisi comparativa, enormemente inferiore ed assicura loro un volume di spesa che risente solo marginalmente del sacrificio imposto. La prospettata equazione “allearsi con il centrodestra = evitare gravi danni finanziari” è, cifre alla mano, clamorosamente smentita dai fatti. Quanto alle misure ‘anticrisi’, giunte adesso al terzo anno di applicazione, si manifesta un grave vuoto di idee e di progetti da parte della Giunta regionale, unito ad una politica di evidente disinformazione sui contenuti reali della politica in atto per contrastare gli effetti della recessione economica».

3 commenti:

giancarlo borluzzi ha detto...

Dal 1993 l'UV ha posto un velo sull'IVA da importazione, velo subito pure da Fabrizio Favre, come questo blog ha evidenziato. Velo motivato dal fingerci autarchici. Ora che tale privilegio sta scomparendo il fatto viene evidenziato additandoci vittime dello Stato. La realta' e' che l'UV ci ha perso per l'ennesima volta la faccia.
Inoltre:ogni studio federalista serio( quindi non quelli chez nous fatti nell'interesse di chi si ritiene privilegiando per concessione dei Numi )riconosce che un 50 o 60 per cento delle tasse devono rimanere ove prodotte. Avendo il privilegio, unico al mondo, dei dieci decimi sarebbe bene non si vaneggiasse piu' di Valle federalista( o federalista globale, secondo la carnascialesca versione presente nello statuto UV) ma si accettasse la dizione di assistiti dallo Stato.
Di passaggio: scrivo da Ho Chi Minh City, non HCM Ville: qui il francese esiste quanto gli stambecchi in motoretta. Ma i francesi inseriscono il paese tra le realta' francofone e l' UV appoggia la panzana.
Basta panzane, UV.
My best greetings.

ImpresaVda on 29 novembre 2010 alle ore 14:24 ha detto...

@Borluzzi
Mi sfugge il passaggio "velo subito pure da Fabrizio Favre".
Nel frattempo buon viaggio

giancarlo borluzzi ha detto...

Penso di non ricordare male: un sei mesi orsono fu Lavoyer a illustrare proprio in questo blog la questione Iva da importazione, sulla quale Fabrizio Favre pare non avesse le idee chiarissime e questo proprio per quel tentativo, caro al partito che sappiamo, di parlarne e farne parlare il meno possibile( pratica da me sintetizzata col termine velo) per non sottolineare troppo il cordone ombelicalfinanziario collegante la regione allo Stato. Riguardando l' archivio forse sara' piu' chiaro. Di palo in frasca: oggi ho visto un qualcosa di unico al mondo, il tempio principale della religione Cao Dai, a Thay Ninh, 100 km a NW di HCMC. Un milione sono in Vietnam i seguaci del caodaismo, bizzarro sincretismo che vuole essere un compendio di tutte le religioni.Ci sono statue di Gesu' e Buddha quasi a braccetto... A parte cio', il tempio e' grandioso e variegato all'esterno, singolare all'interno ma soprattutto affascinante nelle 4 funzioni religiose quotidiane. Ho assistito a quella del mezzogiorno con circa 300 esponenti religiosi, maschi e femmine dai costumi piu' o meno strani. Occupavano solo loro il piano terra del tempio vero e proprio, mentre gli estranei (pochi per la zona persa tra le risaie al confine con la Cambogia) erano confinati in balconate interne da cui lo spettacolo era suggestivissimo.
Stupisce come tale struttura possa sopravvivere con livelli di vita ampiamente piu' elevati rispetto al contesto medio locale : nessuno sollecita elemosine.
Questi personaggi, strampalati se vogliamo, fanno riflettere: sono certo interiormente buoni, che colpa hanno se nessuno ha prospettato loro fedi piu' tradizionali?

 

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