24 febbraio 2011

Cva Interviene sulla Centrale di Chavonne

La sede di Cva
Cva interviene sulla centrale di Chavonne, tema mediaticamente caldo, e lo fa con una nota inviata da Barbara Bonetti dell'Ufficio Clienti Business. I commenti sono ben accetti. ImpresaVda, come, sempre dà spazio alla voce delle aziende.

Il progetto che riguarda il rifacimento totale dell’impianto idroelettrico di Chavonne, ultimamente è stato al centro dell’attenzione dei mezzi di informazione e quindi della pubblica opinione. Si tratta di uno studio particolarmente complesso che prevede la realizzazione di circa 20 km di gallerie e di un bacino accumulo d’acqua di circa 130.000 m3 previsto in Loc. Cretaz, nel Comune di Cogne.

CVA, proponente dell’iniziativa, da sempre è attenta all’impatto ambientale dei suoi impianti idroelettrici e, nel rispetto del Piano regionale delle acque, pone la massima cura nella progettazione degli stessi, anche attraverso un costante dialogo con i Comuni e gli Enti interessati dalle opere.

Con particolare riguardo al rifacimento della centrale di Chavonne, sin dal 2007, CVA ha avviato i contatti sia con i Comuni interessati, sia con l’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, aggiornandoli sullo sviluppo del progetto e recependo, ove manifestate, eventuali loro indicazioni, anche se in tutti questi anni non sono mai emerse particolari contrarietà.

Su questa linea, sempre per mantenere aperto il dialogo con gli Enti interessati, il 23 settembre 2010 è stata indetta una pre-conferenza dei servizi per illustrare lo studio che, redatto secondo le normative di riferimento e sulla base di studi preliminari composti da oltre 2.000 pagine e 218 elaborati grafici, illustrava nel suo complesso l’opera di rifacimento.

Non tutti i soggetti interessati si sono presentati alla pre-conferenza, mentre i partecipanti alla stessa non hanno espresso, anche in quest’occasione, particolari contrarietà, tranne la rappresentante della Lega Ambiente che ha contestato il progetto in quanto la Valle d’Aosta gode già attualmente di indipendenza energetica (vale a dire che produce più energia elettrica di quanto ne consumi).

Nel pieno rispetto della procedura, CVA nel mese di novembre 2010, ha quindi pubblicato all’Albo Pretorio dei Comuni interessati lo Studio d’Impatto Ambientale senza registrare, per contro, alcuna opposizione.

Negli ultimi giorni di dicembre il Comune di Cogne ha richiesto di sospendere il termine di opposizione per avviare un confronto sul progetto.

CVA, che da sempre fa del dialogo con gli Enti territoriali uno dei suoi valori aziendali, ha immediatamente risposto positivamente a tale richiesta, mettendo a disposizione dei Comuni i propri tecnici e consulenti per le necessarie verifiche e i successivi confronti.

Invece che nell’ambito del confronto tecnico offerto ai Comuni, CVA ha appreso le osservazioni degli stessi tramite gli organi d’informazione locali rilevando che, alcune delle richieste di variazione riportate dalla stampa, modificano significativamente il progetto iniziale.

Pertanto CVA, a questo stato dei fatti, rivaluterà il progetto alla luce delle indicazioni che perverranno in sede di procedura di valutazione ambientale, verificherà che alle dichiarazioni di disponibilità faccia seguito una reale volontà di trovare punti di accordo e controllerà pragmaticamente se tutte le richieste formulate renderanno ancora economicamente conveniente l’iniziativa.

La speranza è che tutto questo non porti all’impossibilità di realizzare il progetto con conseguenti minori canoni di concessioni per il Bacino Imbrifero della Valle d’Aosta e quindi anche per i Comuni (CVA ha versato complessivamente al BIM nel 2010 oltre 20 milioni di euro), nonché minori utili per CVA e, in un’ottica di federalismo fiscale, anche minor riparto fiscale per la Regione. Dal punto di vista ambientale la mancata realizzazione del rifacimento dell’impianto idroelettrico di Chavonne e la perdita del relativo aumento di produzione idroelettrica, non consentirebbe di evitare l’emissione in atmosfera di circa 125.000 tonnellate di CO2.

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