31 luglio 2012

Roberto Nale (Fiaip): per l'Agente Immobiliare serve il percorso Universitario



Roberto Nale (Fiaip)
Dopo  Claudia Nardon, Direttore Area Anagrafica e certificazione della Chambre valdotaine (leggi qui), ti propongo anche l'intervista a Roberto Nale, presidente della Fiaip, sulla figura dell’agente immobiliare.

La qualificazione della professione è sicuramente un tema che vi sta molto a cuore. Qual è la situazione valdostana?
La Fiaip è un sindacato che sin dalla sua nascita ha basato la sua politica proprio sulla qualificazione dell’agente immobiliare. Mai come negli ultimi tempi - con l’evoluzione del mercato, le difficoltà che si riscontrano – riteniamo che addirittura la sopravvivenza di questa figura professionale non può che passare da una sempre maggiore qualificazione, da una sempre più puntuale fornitura di servizi professionali a chi si rivolge all’agente immobiliare. Oggi sempre più persone ricorrono agli agenti perché è sempre più difficile destreggiarsi fra le pratiche burocratico-amministrative che comportano la vendita di un immobile e pertanto è indispensabile che questa figura cresca diventando sempre più professionale, sempre più una consulenza importante nei confronti dell’utenza. In Valle d’Aosta abbiamo 32 associati che possono beneficiare di tutti i servizi offerti dalla Fiaip. Si tratta di servizi di informazione, di aggiornamento professionale, di crescita del proprio bagaglio culturale specifico e questi 32 associati rappresentano circa il 25% del complessivo numero di operatori.

Quali sono le doti maggiormente consigliabili per affrontare questa professione?
E’ una bella domanda. La parola stessa mediatore già fa presupporre quelle che devono essere le doti. Io direi che la più importante sia quella dell’empatia cioè del riuscire a comprendere i problemi delle persone con cui ci relazioniamo in modo tali fa risolverli. Si tratta perciò di sapere ascoltare, di ascoltare i clienti e quanto il più possibile evitare e risolvere i conflitti che possono nascere in queste trattative. E bisogna ovviamente avere un certo pragmatismo nello svolgimento delle trattative perché l’obiettivo del mediatore è trovare un punto di accordo tra due volontà che spesso combaciano ma sono anche contrastanti. L’obiettivo è concludere affari buoni per tutti mantenendo una posizione imparziale. Si tratta di capacità in fondo innate. Possiamo tutti studiare, imparare tanti concetti, tante nozioni, però se siamo delle persone introverse che hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri forse dobbiamo rinunciare a svolgere questo lavoro.

Come giudicate le attuali modalità di accesso alla professione?
Per quanto riguarda quanto richiesto dalla legge all’evoluzione dei mercati sempre più rapida non consegue un’altrettanto rapida evoluzione delle normative. Noi crediamo in generale che oggi effettivamente la normativa sia rimasta un po’ indietro. Oggi per diventare mediatore, aprire un ufficio e lanciarsi sul mercato è sufficiente fare un corso di 140 ore, avere un’istruzione di scuola media-superiore e una volta fatto il Corso superare un esame e iniziare a lavorare. Tuttavia la materia è talmente complessa e presuppone così tante competenze che con ogni probabilità dovremmo fare uno sforzo –e la Fiaip ci sta già pensando – evolvere la figura richiedendo un percorso di laurea breve che assicuri uno studio più approfondito e più diluito in modo da risultare più assimilato. E poi probabilmente occorre un periodo di pratica. L’assenza di questo è un difetto che va corretto.

Quali doveri ha un agente immobiliare nei confronti del cliente?
Nella definizione della figura del mediatore, composta nel 1942 con un capitolo dedicato del codice civile, c’è proprio un articolo che parla di responsabilità del mediatore. Fondamentalmente la responsabilità principale del mediatore è per definizione il comunicare alle parti interessate all’affare tutte le caratteristiche che possono influire sull’economia e sulla sicurezza dell’affare. Questa definizione originaria è stata poi nel corso degli anni con l’evoluzione del sistema di mercato rielaborata dalla giurisprudenza ed oggi è richiesto espressamente al mediatore di documentarsi con diligenza professionale sullo stato dell’immobile, sulle sue caratteristiche, sulla sua conformità sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che quelli finanziari-economici, mantenendo un atteggiamento imparziale nei confronti delle parti.

Vi preoccupa il fenomeno dell’abusivismo a livello regionale?
E’ un fenomeno che esiste dall’89 cioè da quando la mediazione è stata attribuita in esclusiva al mediatore. E’ sempre esistito e non soltanto in Valle. E’ un fenomeno che ha le sue radici nella prima interpretazione un po’ arcaica di questa figura cioè semplicemente quella di una persona che faceva conoscere due persone facendo loro concludere una affare. Da qui maturava il suo diritto al compenso. Adesso la figura dell’agente immobiliare è molto ma molto più complessa. Gli adempimenti per far concludere una compravendita immobiliare in modo corretto sono sempre più numerosi e complicati. L’abusivo, come ad esempio il negoziante di paese che approfitta della sua vetrina per mettere dei cartelli vendita casa, fa vedere la casa con le chiavi e poi chiede un compenso, sta scomparendo. Un’acquirente che si accontenti di questa figura rischia di concludere malamente una affare, di dimenticarsi di molti adempimenti, di andare in sanzione e incorrere in problemi gravi. Oltretutto è in parlamento un disegno di legge che, sull’esercizio abusivo delle professioni regolamentate da leggi dello Stato, castigherà in modo pesante chi ancora le esercita abusivamente.

In Valle d’Aosta c’è stato un vero e proprio prolificare di agenzie. Il mercato è davvero così interessante nonostante la crisi?
Il mercato in questo periodo è molto difficile. A livello nazionale riscontriamo una contrazione del numero di esercizi. E’ comunque un’attività non difficile da avviare e non comporta costi esagerati perché ha una connotazione più professionale che commerciale. Oltretutto con il franchsing è possibile iniziare avendo un’assistenza. Il problema è che il mercato, a mio avviso, non dà tutto questo spazio. E direi che in Valle siamo già oltre il livello di saturazione.

Oltre a voi sul territorio regionale operano altre due sigle Fimaa e Anama. Avete dei momenti di confronto comune?
Con Anama abbiamo fatto alcuni incontro comuni cercando di portare delle istanze riguardo ad alcuni argomenti di interesse generale. Non ci sono state invece occasioni con Fimaa.

Dovendo mandare un telegramma urgente sul tema  a chi lo invierebbe e che cosa  ci scriverebbe?
Io ho la possibilità di conoscere gli aspiranti mediatori perché mi attribuiscono una docenza nei corsi e io dico sempre a loro di cercare di essere quanto più responsabili possibili perché il nostro è un argomento veramente delicato nell’economia di una famiglia.

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