16 gennaio 2015

Valle d'Aosta #OGMfree: la soddisfazione di #Coldiretti

Coldiretti esprime soddisfazione nei confronti della decisione, unanime, assunta dal Consiglio Regionale di considerare la nostra Regione, prima in Italia, territorio libero da OGM.

La lotta conto gli OGM di Coldiretti Valle d’Aosta è iniziata sin dal 2004 attraverso l’adesione di alcuni Comuni (Chambave, Champdepraz, Donnas, Etroubles, Valsavarenche, Valtournenche, Verrès ) al progetto “liberi da OGM” che, con delibere Comunali dichiaravano volontariamente, sin da allora, il divieto di uso di OGM sul loro territorio. Ricordiamo ancora che il Consorzio tutela DOP Fontina, già dal 2006, primo Consorzio di tutela DOP in Italia, bandiva, in autoregolamentazione, l’uso di mangimi OGM quali integratori dell’alimentazione delle vacche il cui latte è destinato alla produzione della Fontina DOP.

In Consiglio Regionale dopo la L.R. sulla coesistenza nel 2008 si è riaperto il dibattito nel 2010 con nuove proposte di legge che si sono scontrate con l’evoluzione delle normative Comunitarie. Ora che anche l’Unione Europea sembra tener conto delle esigenze degli agricoltori e dei cittadini consumatori (8 su 10 contrari) la nostra Regione ha già dichiarato il territorio Regionale OGM Free con l’abrogazione delle norme che prevedevano la coesistenza e la dichiarazione di divieto di coltivazione di OGM.

A livello Comunitario la definitiva approvazione della modifica della direttiva in materia di emissione deliberata nell’ambiente di ogm messa a punto dal Consiglio e dal Parlamento Europeo è recentissima (13 gennaio) mentre, naturalmente, si è in attesa del recepimento Nazionale.

«Non siamo mai stati contro gli OGM in maniera strumentale e ideologica, o peggio demagogica, - afferma il direttore della Coldiretti Ezio Mossonima la nostra posizione è una semplice conseguenza coerente della conclamata posizione a favore della tipicità, dell’origine esclusiva della materia prima legata al territorio, della biodiversità, della valorizzazione dell’ambiente e dell’economia legate alla produzione locale agroalimentare. Se si crede in tutto ciò non si può essere a favore degli OGM, che sono omologazione, appiattimento e massificazione delle produzioni, l’esatto contrario dell’agricoltura in cui crediamo, la nostra agricoltura – anche quella Nazionale e non solo quella locale - non potrà mai competere sulla base di bassi costi e bassi prezzi, ma solo giocandosela a livello di distintività e qualità» .

«Stanno cadendo tutti i paradigmi sugli OGM, che si stanno rivelando utili solo all’industria che li produce: ormai è ampiamente dimostrato che non si deve più produrre per sfamare i Paesi poveri, il cibo c’è già, il problema è la giusta distribuzione tra chi spreca e chi ha fame, - conclude Mossoniè stato ampiamente dimostrato che non sono convenienti; laddove gli OGM sono consentiti le produzioni non sono aumentate, non sono diminuiti né i costi per gli agricoltori né prezzi i prezzi per i consumatori , si è creata solo una nuova dipendenza tra gli agricoltori e l’industria biotecnologica, naturalmente a tutto favore di quest’ultima».

Secondo una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si tratta quindi di fatto - conclude la Coldiretti - di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810). In ogni caso, sino all’11 febbraio, vale ancora il divieto di coltivazioni di ogm a livello nazionale in forza delle misure straordinarie disposte dalle amministrazioni competenti nel 2013. 

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