18 gennaio 2018

Grappa, Micòoula, e Seupa à la Vapelenentse entrano nelle 5047 specialità tradizionali nazional (#mossoni09)


Al via l’anno del cibo italiano nel mondo con ben 5047 specialità alimentari tradizionali censite sul territorio nazionale. L’Italia  detiene così il record mondiale per varietà e ampiezza di patrimonio agroalimentare. E’ quanto emerge dallo studio della Coldiretti sulla base delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Per quanto riguarda le varie categorie si tratta di 1.521 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.424 verdure fresche e lavorate, 791 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 497 formaggi, 253 piatti composti o prodotti della gastronomia, 147 bevande tra analcoliche, birra, liquori e distillati, 167 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 159 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Sul podio di quelle che possiamo chiamare le “bandiere del gusto” assegnate a livello regionale troviamo nell’ordine la Campania (515) seguita dalla Toscana (461) e dal Lazio a quota 409. La nostra Regione è in coda all’elenco con 32 specialità che, comunque, sono molte e molto rilevanti in rapporto alle dimensioni del territorio.
Ricordiamo che i PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) sono quelli  compresi nell’ elenco nazionale che viene pubblicato in aggiornamento annuale  dal Ministero dell’Agricoltura e riservato a prodotti ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore a 25 anni.
Con l’ultimo aggiornamento sono stati introdotti, per la Valle d’Aosta, la Grappa, la Micòoula, e la Seupa à la Vapelenentse. 
L’elenco completo comprende quindi:  Genepì, Ratafià, Grappa, Boudin, Motsetta, Prosciutto alla brace Saint-Oyen, Saoucesse, Teteun, Tseur achètaye, Brossa, Formaggio di capra a pasta molle, Formaggio di pecora  o capra a pasta pressata, Formaggio misto, Reblec, Reblec de crama, Salignoùn, Séras, Toma di Gressoney, Mele Golden delicious della Valle d’Aosta, Renetta della Valle d’Aosta, Pan Ner, Micòoula, Seupa à la Vapelenentse, Beuro, Beuro colò, Beuro de brossa, Burro centrifugato di siero, Olio di noci, Miele di castagno, Miele di rododendro, Miele millefiori di montagna, Lasé.
Tra le curiosità troviamo, in Campania, la colatura di alici di Cetara, un liquido dal sapore intenso, frutto della sapiente stagionatura e pressatura delle alici salate, mentre nel Lazio viene seminato da tempo immemorabile il fagiolo del purgatorio di Gradoli che rappresenta il piatto fondamentale del mercoledì delle ceneri, denominato “pranzo del purgatorio”, mentre in Emilia-Romagna si apprezza il savòr, una marmellata di mosto d’uva, in Sardegna si apprezzano, “sa” pompia , un frutto endemico simile al limone  mentre i Friulani vanno fieri della porcaloca, un’oca intera disossata farcita con filetto di maiale, cucita a mano, legata cotta e affumicata. In Lucania, ad Episcopia, è famosa la  rsskatiedde cca muddiche, una pasta preparata con la mollica di pane, dell’Alto Adige il graukase, detto “formaggio grigio”, probabilmente il formaggio più magro che esista con il 2% di grassi e 150 calorie per etto, mentre crea particolare curiosità, a livello Nazionale, il nostro l’olio di noci.
L’elenco completo nazionale, una lista particolarmente ricca, curiosa e colorata è reperibile sul sito www.coldiretti.it

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